The kingdom, Jess Rothenberg

Quando ho letto la trama di questo libro mi sono subito entusiasmata. Ho pensato di trovarmi tra le mani un semplice fantasy e invece mi sono trovata tra le mani un libro che mi ha fatto riflettere, che mi ha fatto pensare.

In fin dei conti, che cosa vuol dire reale?

Ana è una fantasista, un “robot” con sembianze umane. Sembianze talmente verosimili che superano la perfezione. Le fantasiste sono sette e incarnano i vari tipi di etnia. Loro si considerano sorelle anche se sono una differente dall’altra. Ana non è una fantasista di ultima generazione, ha delle sorelle più giovani di lei e più performanti. Le fantasiste vivono nel Regno dove l’unico finale possibile è “e vissero per sempre felici e contenti”, peccato che la realtà non sia proprio così. Nel Regno vivono anche animali ibridi, animali che nel mondo si sono estinti ma che sono tornati a vivere grazie alla tecnologia, una tecnologia non sempre benevola. Le fantasiste sono programmate per non provare sentimenti, per dire sempre la verità, per essere sempre perfette. Hanno tante regole e una routine da rispettare. Una di queste regole è quella di non uscire MAI dal Regno. Il mondo fuori da lì è inquinato e pericoloso.

“Perché siamo qui?” sussurrò. “Che senso ha tutto questo?”

Il Regno è come un enorme parco giochi dove gli umani portano i loro figli a vivere una giornata perfetta insieme a queste principesse con cui possono bere il tè o cavalcare animali marini nella laguna. Ma cosa succede quando tutta questa tecnologia va in mano alle persone sbagliate? Cosa succede quando l’esperimento sfugge di mano? E quando le fantasiste iniziano a provare realmente sentimenti? Sono solo dei “mostri” o, in realtà, sono creature magnifiche?

“…Forse avranno esagerato, per accertarsi che vi sentiste al sicuro qui dentro, ma è vero che il mondo fuori di qui è orribile. Ci sono cose che non potete immaginare: la violenza della polizia, l’avidità delle grandi aziende. L’odio. Malattie, inquinamento, il livello dei mari che si alza, la gente che muore di fame. Le stragi. La guerra.” Mi guarda negli occhi. “È tutto vero. Forse non fino al punto che vi hanno fatto credere, ma pur sempre vero.”

All’inizio mi sono trovata un po’ spiazzata dalla narrazione. È un continuo salto temporale e una continua modifica del tipo di narrazione. È un racconto della vita di Ana vista con i suoi occhi ma è anche la descrizione del processo che subisce lei in particolare ma più ampiamente alla casa produttrice del Regno. E questo mi ha fatto riflettere. Mi ha fatto riflettere, innanzitutto, su quanto stiamo facendo al mondo, alla nostra terra. Stiamo facendo estinguere animali, incendiando foreste, surriscaldando il pianeta e inquinando oceani in nome di una industrializzazione che porta benefici economici a pochi e svantaggi a tanti. Si sta davvero meglio oggi con tanti nuovi prodotti che ormai sono diventati indispensabili, di cui non si può più fare a meno o si può fare un passo indietro a quando si aveva meno ma si stava meglio? E poi, siamo davvero così lontani da una tecnologia così invasiva? Ormai si può modificare un DNA per prevenire malattie incurabili. Ci sono stati addirittura tentativi di clonazione. Si possono ibernare cellule che, in futuro potrebbero salvarci la vita. Ma dov’è il limite? Qual è il limite oltre il quale non si può andare? Dove mettiamo la morale in tutto questo? Cosa è morale e cosa no? E quando si oltrepassa questo limite, chi giudica? È così facile ingannare i “comuni mortali”? È così facile farci credere quello che vogliono, indirizzare le nostre idee? Dove sta veramente la verità?

Alla fine non importa di cosa parla una storia. Importa solo chi la racconta.

Adesso che mi sono posta tutte queste domande, la cosa certa è che non ho una risposta. Non so dirmi dove sta il limite. Non so dire se si potrà fare un passo indietro per migliorare il futuro del nostro pianeta. Non so dire qual è la direzione da prendere per migliorare. La cosa che posso dire con assoluta certezza è che questo è un libro che ho apprezzato molto ed è un libro che vi consiglio. È un libro che porta il lettore a riflettere e, chissà, che non dia a tutti un po’ più di consapevolezza.

Gli umani sono capaci di tanta crudeltà. Di tanto orrore. E per diventare una di loro… ho dovuto farmi capace anch’io di quell’orrore.

Elle

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