Dovete sapere che, lavorativamente parlando, sono un po’ asociale. Invece di passare le mie pause
caffè alla macchinetta insieme ai colleghi, le passo insieme alla mia mega tazza di tè guardando le
new entry sul sito del sistema bibliotecario. Il problema sorge quando trovo un libro che mi
interessa e che va ad aggiungersi alla lunghissima lista che ho già in previsione di leggere! A
seconda del grado di interesse finisce nel carrello, oppure nella wishlist. Questo non è passato
dalla lista dei desideri, è finito direttamente nella prenotazione!
Fingi di essere ciò che non sei, e alla fine lo diventerai.
Chloe Taylor è la direttrice del famoso giornale di moda “Eve”. Nonostante la sua non più giovane
età, ha saputo adattarsi ai tempi e ai cambiamenti che ha subito l’editoria negli ultimi anni,
passando da un giornale prettamente stampato ad uno digitale. È sempre rimasta sulla “cresta
dell’onda” non solo per la sua capacità di adeguarsi ai cambiamenti ma anche perché,
lavorativamente, è assolutamente integerrima. Chloe è una delle promotrici di “them too” il
movimento che porta avanti la denuncia di abusi sulle donne e questo l’ha portata a vincere anche
dei premi.
Se la vita lavorativa va a gonfie vele, altrettanto non si può dire della sua vita privata. Chloe ha
lasciato Cleveland per inseguire i suoi sogni e lì ha lasciato anche la sorella maggiore, Nicky. Anche
se da bambine erano molto legate, ormai non hanno più nulla in comune. Se possibile Chloe evita
qualunque contatto con lei. Sono praticamente diventate due estranee. Ma Chloe si è presa
qualcosa che apparteneva alla sorella: si è presa Adam, l’ex di Nicky, con il quale si è sposata e ha
costruito la sua famiglia, e si è presa anche Ethan, il figlio di Adam e Nicky.
Si possono avere dei nemici se non si sa chi sono?
Se, all’apparenza, tutto sembra perfetto, in realtà, nulla lo è. E tutto precipita ulteriormente
quando Chloe trova il cadavere di Adam nella loro casa negli Hamptons.
È a questo punto che Chloe inizia a porsi delle domande. Domande su Adam con cui ultimamente
non riusciva più a parlare, soprattutto dei problemi di lavoro. Domande su Ethan che l’adolescenza
lo ha reso completamente diverso dal bambino affettuoso che era. E domande su sé stessa, sulla
donna che è diventata, su cosa ha dovuto sacrificare per inseguire i suoi sogni, e a quanto, in
alcune situazioni, è stata estremamente superficiale.
Le famiglie perfette come fate finta di essere tu e Ethan non esistono.
Se da una parte troviamo Chloe la “perfettina”, dall’altra troviamo Nicky, la sorella incasinata.
Nicky è sempre stata una scapestrata con problemi di dipendenza da alcol e droghe. Ha dovuto
perdere tutto, marito e figlio, per ritrovare sé stessa, per trovare la forza di rimettere insieme i
pezzi della propria vita e cercare di viverla al meglio. Trovo che Nicky sia un personaggio forte, pur
nella sua debolezza, perché ha dovuto praticamente crescere da sola la sorella per poi vederla
voltarle le spalle una volta presa la propria strada, ha dovuto trovare la forza di lasciar andare il
proprio figlio e farlo crescere da Adam e Chloe, con la speranza di fare questo sacrificio per
garantirgli un futuro migliore, un futuro che lei non avrebbe mai potuto dargli.
Avevo dedicato la mia carriera a scrivere del disequilibrio di potere tra uomini e donne senza mai
accorgermi della mia ipocrisia quando si trattava della mia famiglia.
Fin da subito ho trovato Chloe antipatica, fredda, superficiale e ipocrita. Più interessata ad
apparire che non ad essere. Spesso troppo impegnata a predicare bene per poi razzolare male.
Insomma, una persona che non mi piacerebbe avere vicino. Solo quando ha capito cosa è
importante, a cosa tiene davvero, e ha iniziato a comportarsi come avrebbe dovuto fin dall’inizio,
ho iniziato ad apprezzarla.
Se Chloe l’ho trovata tutta apparenza, Adam l’ho classificato come un vero e proprio stronzo (passatemi il termine) di
dimensioni colossali. Se inizialmente pensavo fosse la vittima di tutto il sistema, ben presto mi sono
ricreduta e anche lui, insieme alla moglie, è stato messo nella fila di quelli “tutto fumo e niente
arrosto”.
L’unico che mi ha suscitato un po’ di tenerezza è stato proprio Ethan. Un bambino che si è trovato
costretto a crescere senza la madre naturale e della quale, tra le mura di casa, non sono mai state
spese buone parole. A scuola è sempre un po’ ai margini, non ha mai legato con nessuno e per
attirare l’attenzione e sembrare più “figo” di quello che era ha fatto dei gesti eclatanti alquanto
discutibili. Gli unici amici che ha sono negli Hamptons e sono ragazzi che il padre non vede di buon
occhio. Non ha il tempo per metabolizzare la morte del padre che subito gli succede di tutto, ma
in tutto questo ha trovato la forza per andare avanti e superare i momenti difficili.
Era da tantissimo tempo che non leggevo un thriller con risvolti legali (penso che l’ultimo risalga a
un libro di John Grisham di circa sei anni fa!) e devo dire che mi è piaciuto trovarmene uno tra le
mani. Non è propriamente il mio genere preferito ma ho trovato che l’autrice sia stata brava a
bilanciare la parte thriller, la parte psicologica e quella legale, senza eccedere troppo.
E ora che leggere? Sicuramente un tanto amato romanzo rosa…
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