Quando ho letto la trama di questa novella mi sono subito entusiasmata. Il genere è proprio uno di quelli che preferisco e non ho esitato un attimo a buttarmici a capofitto.

Il giorno più bello della mia vita? Speravo di non averlo ancora vissuto, altrimenti mi attendevano giorni schifosi.

Dane Garrett è in prigione da ben cinque lunghi anni. La sua pena potrebbe ridursi se riuscisse a prendere il diploma, un pezzo di carta che gli permetterebbe un futuro migliore e la tanto agognata libertà, anche se, per il momento, solo vigilata. Garrett e i suoi “compagni di classe” sono stati scelti dal direttore del carcere e non hanno la possibilità di scegliere se partecipare o meno al corso. La cosa positiva è l’insegnante. Ella Newsome è dannatamente sexy. E diciamo, che in un carcere, queste cose non passano inosservate.

Quello che sembrava divertente a dodici anni lo è molto meno quando ti trovi davanti a un giudice che intende spedirti in riformatorio per diciotto mesi. Allora ti comporti da grand’uomo, incassi il colpo, ma dentro ti senti morire un po’ di più.

Dane è un uomo che si è complicato la vita da solo parecchie volte. All’età di trent’anni non ha combinato molto, solo lavoretti al limite della legalità e anche oltre questo limite. Le auto sono la sua passione, soprattutto se sono costose e vanno veloci. Dopo tutti quegli anni in prigione non vede l’ora di essere libero, libero di avere una vita di cui non deve rendere conto a nessuno, soprattutto al sistema. Si rende conto che non può tornare nel mondo reale con la mentalità che aveva prima perché questo lo farebbe rientrare in carcere ancora prima di aver sentito il vero senso della libertà.

Lei ti fa venire voglia di avere di meglio di questo.

Ella è una donna intelligente. Sa che insegnare nelle carceri è pericoloso e le regole da seguire sono davvero tantissime: non indossare profumi, non indossare scarpe col tacco, non indossare abbigliamento provocante: tutte cose che distrarrebbero i suoi alunni e che potrebbero creare situazioni pericolose. Ma sa anche che lei, e chi fa il suo stesso lavoro, può dare una vera opportunità di miglioramento della vita a queste persone. Sa che può dare loro un futuro. Una possibilità in più.

Quando Dane vede Ella per la prima volta capisce che deve starle lontano per evitare che si creino situazioni altamente pericolose. Quindi, per difesa, innalza quel muro che gli ha permesso, in tutti questi anni, di rimanere indifferente e distante da tutti. Ma che succede quando Ella inizia a intravedere cosa si cela veramente nel suo cuore?

Ecco qua. Un uomo che era stato deluso così tante volte che era certo di essere rifiutato in ogni occasione, come se non ci fosse alternativa.

Appena arrivata alla fine di questa novella mi sono domandata perché l’autrice abbia deciso di scrivere solo una storia così corta invece che un libro di trecento pagine. 

Avrei voluto leggerne ancora e ancora. 

Mi è piaciuto il modo in cui l’autrice ha affrontato l’argomento davvero non facile delle persone che escono dalle carceri e si trovano a dover affrontare un mondo che è completamente diverso da quello che hanno lasciato quando ci sono entrati, un mondo ostile e che, se non affrontato nel modo giusto ti fa tornare nuovamente in prigione senza passare dal via. 

Non sono ipocrita e so benissimo che se una persona finisce in carcere è perché si è comportata in modo sbagliato ma penso che tutti coloro che hanno commesso un crimine non troppo grave debbano avere l’opportunità di riparare ai propri errori, di poter aspirare ad una vita migliore. 

Penso anche che, se qualche volta si trovasse sulla propria strada un insegnante come Ella, che ama profondamente il proprio lavoro e che non si lascia influenzare dalle apparenze, forse avremmo un mondo migliore.