Per tutto ciò che concerne il mondo virtuale, io ho principalmente due fortune: la prima è che il numero di amicizie è assai ristretto; la seconda è che questo numero assai ristretto è composto all'85% da autrici. Visto che non c'è due senza tre, mi prendo la libertà di aggiungere una terza fortuna: questo 85% di autrici sa pure scrivere bene.
Oggi vi parlerò proprio di una di queste, il cui libro, il secondo, esce oggi e che io ho avuto il privilegio di leggere in anteprima.
Alessandra Fortunato arriva dal mondo self ma la sua permanenza a questa sfera è piuttosto breve. Il suo primo romanzo, infatti, Chiamami Melly, viene notato dalla Queen Edizioni, che, dopo aver ripubblicato il libro sotto la sua etichetta, oggi ci propone una seconda storia narrata dalla penna della Fortunato.
Chiamami Melly è un romanzo rosa fondamentalmente caratterizzato dalla sua freschezza e leggerezza. È uno di quei libri che fa nascere spontaneamente il sorriso nel lettore, che rimane nel cuore, incuriosisce e appassiona.
Musicalmente parlando, Chiamami Melly è una composizione in maggiore. È allegro, brillante, solare.
Tutti i colori del mondo è una sonata in minore. Il tono cambia completamente. Alla spensieratezza di Melly si contrappone la maturità e forte indipendenza di Helga.
Ma facciamo un passo indietro.
Se avete letto il primo romanzo, saprete che i protagonisti attorno cui ruota la storia sono Melly, siciliana doc trasferitasi al nord, più precisamente a Milano, e Giorgio e Giacomo, migliori amici, associati di uno studio dentistico.
Helga è la sorella di Giorgio, nonché una delle migliori amiche di Melly.
Senza spoilerare troppo, Chiamami Melly si concludeva con una rivelazione alquanto shockante, relativa proprio alla nostra Helga, ed è con questo finale che ha inizio Tutti i colori del mondo.
Mettiti bene in testa che io non avrò il mio lieto fine, amica mia. Le cose belle e perfette non sono per tutti.
Helga sceglie come sede per il suo nuovo inizio la Puglia. Veterinaria innamorata pazza del suo lavoro, presto dovrà fare i conti con il figlio del suo capo, descritto da quest'ultimo come un nullafacente scalpestrato.
Thomas incarnava la mia pace, ma allo stesso tempo anche il mio tormento.
L'opinione che quindi Helga si fa del giovane è tutto fuorché positiva ma si sa, se è vero che la prima impressione è quella che conta, è anche vero che una seconda possibilità bisogna darla a tutti.
Ed è così che l'amicizia tra Helga e Thomas comincia a prender vita, in un alternarsi di battibecchi e frecciatine.
La vita andava avanti e noi diventavamo adulti troppo in fretta.
Ad intervallare il racconto nel presente ci sono svariati flashback, che ci raccontano di una Helga bambina, adolescente ed infine giovane donna. Ecco, questi sono i momento più toccanti della narrazione. La tenerezza di un bambino colpisce sempre, ma a far la differenza è il modo in cui tutto viene scritto, e la Fortunato, in questi flashback ha dato il meglio di sé.
Tutti i colori del mondo non parte subito in quarta, ci mette un po' ad ingranare la marcia, ma quando lo fa, la quarta passa in un attimo e si arriva dritti alla sesta e il contachilometri va su di giri che è un piacere.
Helga entra dritta nell'animo del lettore. Le ho voluto bene, le sono stata vicina e, nel mondo irreale della letteratura, me la sono abbracciata, stretta forte forte al cuore. Mi ha fatto arrabbiare per la sua cocciutaggine, le urlavo di aprirsi, di dare il meglio di sé e di non aver paura, perché se anche una montagna è difficile da scalare, è faticosa, ci porta al limite della sopportazione, la discesa poi arriva e, soprattutto, la vista dalla cima è uno spettacolo per cui vale la pena faticare.
Non pensare a cosa sia giusto o sbagliato, afferra la felicità che meriti e vivi.
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