Una
volta finito di leggere Caraval (di cui trovate qui la recensione) mi sono
incuriosita al punto da prendere subito il sequel. Era da un po’ che avevo il
libro sul mio comodino ma ero molto indecisa se iniziarlo o meno, e ho
rimandato finché ho preso il coraggio a due mani e l’ho affrontato. Questo lo
dico non perché questi libri non siano belli ma perché sono impegnativi.
Legend,
come Caraval, è un racconto da leggere con attenzione, non lo si può prendere
in mano quando si hanno solo dieci minuti di pausa e lasciare una pagina a metà .
Bisogna prestarvi attenzione, ogni dettaglio può fare la differenza e si sa…
Caraval è un gioco pericoloso, dove tutto può accadere e dove tutto ciò che
accade non è reale.
So
che Caraval è magico e romantico e meraviglioso, ma è difficile liberarsi dall’incanto
che evoca, e la metà delle volte credo che la gente non si accorga nemmeno di
essere stata stregata.
Donatella
Dragna è la sorella di Rossella, l’ultima vincitrice di Caraval. Sono scappate
da casa per fuggire ad un matrimonio combinato e, soprattutto, per lasciarsi
alle spalle un padre molto cattivo. Una volta vinto Caraval, le sorelle
decidono di seguire gli attori di Legend per il nuovo gioco che si svolgerà a
Valenda in occasione del genetliaco di Elantine, la sovrana dell’Impero di
Mezzo. Qui Tella si vede costretta a partecipare al gioco per conoscere il vero
nome di Legend e ritrovare così la madre, Paloma, scomparsa tanti anni prima.
Ma giocare a Caraval non è facile, tutto sembra quello che non è, nulla è reale
e non bisogna farsi coinvolgere per non perdere di vista il vero obiettivo del
gioco e, soprattutto, per non perdere la propria sanità mentale.
Tella
si chiese se fosse quello il vero fascino di Caraval; non la magia, non il
mistero, ma la capacità degli artisti di farti provare certe emozioni.
Donatella,
anche se giovane, ha un carattere forte. Ha sempre cercato di pensare con la propria testa e non farsi trascinare dai sentimenti per paura di vedersi con il cuore
spezzato. L’unica a cui ha aperto il suo cuore è la sorella, a cui è davvero
molto legata ma con la quale non può confidarsi completamente per via di tanti
segreti non condivisi, primo fra tutti la ricerca di Paloma.
Tella
in questo libro dovrà fare i conti con svariati personaggi, in primis Dante.
Ecco
perché l’amore era tanto pericoloso: trasformava il mondo in un giardino, così
seducente che era facile dimenticare che i petali di rosa erano effimeri quanto
i sentimenti, e che alla fine sarebbero avvizziti e morti, lasciando soltanto
le spine.
Dante
è un ragazzo bellissimo e molto ambiguo. È uno degli attori di Caraval e, per
questo, lo avevamo già incontrato nel primo libro. È un personaggio che non si
sa mai da che parte sta, se dalla parte di Tella o se, invece, rema contro una
sua vittoria. Non si riesce a capire fino alla fine se tiene veramente a lei o
se, invece, è obbligato a tenerla d’occhio per conto di Legend. Anche lui in
passato ha sofferto molto e i tatuaggi che porta sul corpo sono un ricordo
indelebile di tutte le tragedie subite.
La
chiave di una perfetta messinscena come questa è dimenticare che è una
finzione. Bisogna assecondare la bugia finché non diventa così coinvolgente da
sembrare vera.
Un
altro personaggio ambiguo è Jacks, l’erede al trono. Di lui non posso dire
molto perché rischio un mega spoiler e non è quello che voglio. Lui è un Fato
noto per i suoi baci letali e, il mito vuole, che solo il suo vero amore possa sopravvivere a questi. E Tella dovrà ben guardarsi da lui e dal suo fascino
magico.
Quello
che ha fatto sembra terribile, ma giudicarla in base a un momento della sua
vita è come leggere un’unica pagina di un libro e pretendere di conoscerne
tutta la storia.
Infine
voglio spendere due parole su Rossella. Caraval l’ha cambiata, l’ha resa più
audace e meno paurosa. Julian è sempre al suo fianco ma lei non sa se fidarsi o
meno. Anche lui è un attore di Caraval e, anche se i suoi sentimenti possono
essere sinceri, è difficile, dopo una vita passata a dire bugie, distinguere la
realtà dalla finizione. Rossella è in quella fase in cui non sa bene cosa vuole
dalla vita: vorrebbe fidarsi di Julian ma vorrebbe dare anche una possibilitÃ
al conte che l’aveva chiesta in sposa. In questo libro non si parla molto di
lei, solo marginalmente, e l’immagine che si ha, purtroppo, non è proprio
lusinghiera.
Il
cuore poteva essere rubato un pezzetto alla volta.
Anche
Legend, come Caraval, è un libro pieno di colori, di profumi e di sensazioni.
Le descrizioni sono talmente dettagliate che a volte si fa fatica a seguire il
discorso. Vengono espressi tutti i dubbi, tutti i pensieri, tutte le “seghe
mentali” (posso dirlo vero?) che Tella si fa durante il gioco. L’autrice è
stata molto brava a rendere l’idea di come funziona il gioco, come tutto può
sembrare reale e magari non lo è, o magari può sembrare una bugia e invece non
lo è. Non si riesce a capire in anticipo come potrà andare a finire, come sarÃ
il finale. Più volte mi sono trovata sul punto di mettere il libro da parte e,
invece, facendomi forza e andando avanti mi sono ricreduta. Ho trovato la conclusione molto bella e ricca di colpi di scena e mi ritrovo, ancora una volta, ad
aspettare con ansia un possibile sequel.
Non
tutti arrivano al vero finale: ne esistono due proprio perché la maggior parte
della gente si arrende quando la storia volge al peggio, quando la situazione
sembra disperata. Ma è proprio lì che serve di più la speranza. Solo chi
persevera trova il vero finale.
Nessun commento:
Posta un commento