Legend, Stephanie Garber


Una volta finito di leggere Caraval (di cui trovate qui la recensione) mi sono incuriosita al punto da prendere subito il sequel. Era da un po’ che avevo il libro sul mio comodino ma ero molto indecisa se iniziarlo o meno, e ho rimandato finché ho preso il coraggio a due mani e l’ho affrontato. Questo lo dico non perché questi libri non siano belli ma perché sono impegnativi.
Legend, come Caraval, è un racconto da leggere con attenzione, non lo si può prendere in mano quando si hanno solo dieci minuti di pausa e lasciare una pagina a metà. Bisogna prestarvi attenzione, ogni dettaglio può fare la differenza e si sa… Caraval è un gioco pericoloso, dove tutto può accadere e dove tutto ciò che accade non è reale.

So che Caraval è magico e romantico e meraviglioso, ma è difficile liberarsi dall’incanto che evoca, e la metà delle volte credo che la gente non si accorga nemmeno di essere stata stregata.

Donatella Dragna è la sorella di Rossella, l’ultima vincitrice di Caraval. Sono scappate da casa per fuggire ad un matrimonio combinato e, soprattutto, per lasciarsi alle spalle un padre molto cattivo. Una volta vinto Caraval, le sorelle decidono di seguire gli attori di Legend per il nuovo gioco che si svolgerà a Valenda in occasione del genetliaco di Elantine, la sovrana dell’Impero di Mezzo. Qui Tella si vede costretta a partecipare al gioco per conoscere il vero nome di Legend e ritrovare così la madre, Paloma, scomparsa tanti anni prima. Ma giocare a Caraval non è facile, tutto sembra quello che non è, nulla è reale e non bisogna farsi coinvolgere per non perdere di vista il vero obiettivo del gioco e, soprattutto, per non perdere la propria sanità mentale.

Tella si chiese se fosse quello il vero fascino di Caraval; non la magia, non il mistero, ma la capacità degli artisti di farti provare certe emozioni.

Donatella, anche se giovane, ha un carattere forte. Ha sempre cercato di pensare con la propria testa e non farsi trascinare dai sentimenti per paura di vedersi con il cuore spezzato. L’unica a cui ha aperto il suo cuore è la sorella, a cui è davvero molto legata ma con la quale non può confidarsi completamente per via di tanti segreti non condivisi, primo fra tutti la ricerca di Paloma.
Tella in questo libro dovrà fare i conti con svariati personaggi, in primis Dante.

Ecco perché l’amore era tanto pericoloso: trasformava il mondo in un giardino, così seducente che era facile dimenticare che i petali di rosa erano effimeri quanto i sentimenti, e che alla fine sarebbero avvizziti e morti, lasciando soltanto le spine.

Dante è un ragazzo bellissimo e molto ambiguo. È uno degli attori di Caraval e, per questo, lo avevamo già incontrato nel primo libro. È un personaggio che non si sa mai da che parte sta, se dalla parte di Tella o se, invece, rema contro una sua vittoria. Non si riesce a capire fino alla fine se tiene veramente a lei o se, invece, è obbligato a tenerla d’occhio per conto di Legend. Anche lui in passato ha sofferto molto e i tatuaggi che porta sul corpo sono un ricordo indelebile di tutte le tragedie subite.

La chiave di una perfetta messinscena come questa è dimenticare che è una finzione. Bisogna assecondare la bugia finché non diventa così coinvolgente da sembrare vera.

Un altro personaggio ambiguo è Jacks, l’erede al trono. Di lui non posso dire molto perché rischio un mega spoiler e non è quello che voglio. Lui è un Fato noto per i suoi baci letali e, il mito vuole, che solo il suo vero amore possa sopravvivere a questi. E Tella dovrà ben guardarsi da lui e dal suo fascino magico.

Quello che ha fatto sembra terribile, ma giudicarla in base a un momento della sua vita è come leggere un’unica pagina di un libro e pretendere di conoscerne tutta la storia.

Infine voglio spendere due parole su Rossella. Caraval l’ha cambiata, l’ha resa più audace e meno paurosa. Julian è sempre al suo fianco ma lei non sa se fidarsi o meno. Anche lui è un attore di Caraval e, anche se i suoi sentimenti possono essere sinceri, è difficile, dopo una vita passata a dire bugie, distinguere la realtà dalla finizione. Rossella è in quella fase in cui non sa bene cosa vuole dalla vita: vorrebbe fidarsi di Julian ma vorrebbe dare anche una possibilità al conte che l’aveva chiesta in sposa. In questo libro non si parla molto di lei, solo marginalmente, e l’immagine che si ha, purtroppo, non è proprio lusinghiera.

Il cuore poteva essere rubato un pezzetto alla volta.

Anche Legend, come Caraval, è un libro pieno di colori, di profumi e di sensazioni. Le descrizioni sono talmente dettagliate che a volte si fa fatica a seguire il discorso. Vengono espressi tutti i dubbi, tutti i pensieri, tutte le “seghe mentali” (posso dirlo vero?) che Tella si fa durante il gioco. L’autrice è stata molto brava a rendere l’idea di come funziona il gioco, come tutto può sembrare reale e magari non lo è, o magari può sembrare una bugia e invece non lo è. Non si riesce a capire in anticipo come potrà andare a finire, come sarà il finale. Più volte mi sono trovata sul punto di mettere il libro da parte e, invece, facendomi forza e andando avanti mi sono ricreduta. Ho trovato la conclusione molto bella e ricca di colpi di scena e mi ritrovo, ancora una volta, ad aspettare con ansia un possibile sequel.

Non tutti arrivano al vero finale: ne esistono due proprio perché la maggior parte della gente si arrende quando la storia volge al peggio, quando la situazione sembra disperata. Ma è proprio lì che serve di più la speranza. Solo chi persevera trova il vero finale.

Elle

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