Quando leggi una serie che ti piace ti affezioni sempre ai personaggi e questo, forse, รจ proprio il
bello delle saghe. Anche quando i libri sono autoconclusivi e i protagonisti sono diversi, il ritrovare
un personaggio che hai incontrato in precedenza, ti permette di sbirciare ancora una volta nella
sua vita, ti permette di sapere quel qualcosa in piรน che te lo fa piacere ancora di piรน, te lo fa
apprezzare maggiormente.
L’unica cosa di cui sono certo รจ che il sole sorgerร domani.
In La vendetta del serpente ritroviamo Marco Quinto Valerio Rufo, protagonista del primo libro
della serie, e la bella moglie Livia, ma li ritroviamo dopo sei anni, non piรน come giovani innamorati
con la smania di mettersi le mani (e non solo) addosso, ma come sposi legati da un amore
profondo nei confronti della famiglia che hanno creato. E quando un nemico lo va a toccare
proprio lรฌ, dove fa piรน male, ecco che esce tutta la risolutezza e la forza dell’uomo. Marco mette in
campo tutto il suo potere, tutte le sue conoscenze per vendicare il torto subito.
Voi uomini non dite mai “ti amo”. Vi fa troppa paura.
Anche Livia รจ cresciuta in questi sei anni. ร piรน matura, piรน giudiziosa. L’avere la responsabilitร di
una figlia l’ha resa meno impulsiva. Nel momento di dolore piรน grande, mette il suo cuore nelle
mani del marito, in colui che ha promesso di proteggerla sempre. Livia รจ una donna intelligente e
arguta che riesce a vedere nel cuore delle persone e a vedere al di lร delle apparenze.
Amore. Che parola terribile e bellissima: cinque lettere insignificanti cosรฌ dense di significato,
immensa gioia, pazzia o profondo, immenso dolore.
In parallelo alla tragedia che colpisce Marco e Livia e lo svolgimento della loro storia, troviamo lo
sbocciare dell’amore tra il principe siriano Arash Tahmurat e la giovane Mirta.
Arash รจ un bravissimo arciere alle dipendenze di Marco. ร un uomo abituato a combattere,
temprato dalle guerre e dalla vita rigorosa dovuta all’educazione militare. ร molto legato a Marco,
e darebbe la sua vita per lui. Arash ha avuto parecchie donne ma nessuna gli ha mai suscitato i
sentimenti che gli provoca Mirta, la figlia di una schiava appartenente alla famiglia di Marco.
Mirta รจ solo una ragazzina che della vita ha visto ben poco. La madre l’ha lasciata in un tempio con
la promessa di tornare a riprenderla non appena ottenuta la libertร , libertร che il destino non le ha
mai concesso. Una volta lasciata la sicurezza di quelle mura si trova a dover convivere con le scelte
fatte dalla madre, scelte che Mirta fa fatica a comprendere ma di cui sente la responsabilitร . ร una
ragazza per certi versi ingenua ma con molta forza di volontร , ha un animo dolce e nonostante la
sua inesperienza nei confronti dell’altro sesso comprende i suoi sentimenti e le emozioni che le
suscita Arash, anche se inizialmente non riesce a dargli un nome.
Felicitร e tristezza non erano che l’alternanza di pioggia e sole, di bello e cattivo tempo.
Perchรฉ l’amore รจ meraviglioso e, ormai lo sapeva bene, invincibile.
Questo libro non รจ come i precedenti. Gli altri sono piรน incentrati sulla passione, sulle travolgenti
emozioni che l’innamoramento provoca. Questo, invece, รจ un libro piรน maturo. Parla di
quell’amore che lega i genitori al proprio figlio. Parla di rispetto, di senso del dovere e di giustizia,
sentimenti che i soldati di Marco provano nei suoi confronti, in quanto uomo giusto e onesto.
Parla di amicizia, quella che lega gli uomini che si guardano le spalle l’un l’altro. Parla di sacrificio,
quello che una qualsiasi madre farebbe pur di rendere liberi i propri figli. Ma parla anche di
cattiveria, di invidia, di ripicca, sentimenti cosรฌ negativi che solo gli uomini piรน gretti e abbietti
possono provare.
Fa’ ciรฒ che devi e fallo bene ma, soprattutto, fa’ che sia definitivo.
La mia pila di libri sul comodino si sta drasticamente alzando e non vedo l’ora arrivino le tanto
agognate vacanze per dedicarmi maggiormente (spero) alla lettura. Questo per dire che non penso
di riuscire a recuperare il prequel tanto presto, ma sappiate che, ora che ho ritrovato questa
autrice e il suo bellissimo modo di scrivere, non la lascerรฒ da parte tanto a lungo come ho fatto in
passato.
Si sentiva un mendicante e lei era il suo ultimo, scintillante sesterzio.
P.S. per l’autrice: nonostante siano passati anni dalla lettura di quel libro, sappi che nemmeno io
ho dimenticato la notte di Massimo e Raganhar da Calpurnia!
Un capitolo indimenticabile il 24... Massimo, Raganhar e la sensuale Calpurnia fanno sempre centro! Grazie di cuore e buone letture!
RispondiEliminaGrazie mille a te per averlo scritto!
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