!RP! Come anima mai, Rossana Soldano


Dovrei iniziare la recensione con tre semplicissime lettere: OMG!
Non ci sono altre parole che possano descrivere meglio questo libro. Qualsiasi cosa io possa aggiungere non rende sicuramente l’idea delle emozioni che ho provato leggendo pagina dopo pagina questo romanzo. E tutto ciò mi fa paura. Ho il timore di non riuscire a farvi capire l’arcobaleno di sensazioni che ho provato.

L’onore, la rispettabilità, l’onestà, la nobiltà, non hanno nulla a che fare con il ceto sociale. E non c’è niente di male nel preferire gli uomini, nell’amare qualcuno del proprio sesso. Il fatto che una legge ti impedisca di farlo, non significa che tu debba vergognartene.

Lewis Edward Ellsworth, conte di Dalkeith e futuro duca di Buccleuch e Queensberry, è all’inizio del suo secondo anno di studi a Cambridge. Lewis sa benissimo che deve tenere lontano dall’ambiente scolastico il suo orientamento sessuale e, per questo, qualche volta si apparta con degli sconosciuti in un pub fuori zona. La sua tradizione personale vuole che, all’inizio di un nuovo semestre di studi, si rechi in questo pub per adescare un estraneo. Peccato che quest’ultimo sconosciuto sia un ragazzo che frequenta il suo stesso college. Lewis è un aristocratico intelligente ma viziato. Ha sempre avuto una vita facile e la sua posizione gli ha permesso nel tempo di aprire molte porte. La sua vita da adulto è praticamente già scritta dai genitori e lui si adegua alle scelte che gli altri hanno fatto per lui senza problemi. Questo fino a quando non incontra William Chase, lo sconosciuto di cui sopra.

La felicità è come una brezza sottile, puoi respirarla solo attraversandola, ma non riuscirai mai a stringerla davvero.

William è un ragazzo affascinante, di una bellezza che non passa di sicuro inosservata. È eccentrico, colto e con un’intelligenza davvero brillante. William non proviene da una famiglia di aristocratici inglese ma è, anche lui, un privilegiato. Ha viaggiato tantissimo, parla quattro lingue, sa suonare benissimo il pianoforte e ama l’arte, in tutte le sue forme. A differenza di Lewis non ha il futuro già scritto ma sa cosa vuole dalla vita e sa benissimo quali sono i paletti che la società ha messo sulla sua strada.

Gli addii sono come i “ti amo”: non serve non dirli per essere al sicuro.

L’amore che nasce tra Lewis e William è forte, è un’attrazione che nessuno dei due ha la forza di respingere. Ma è un amore vissuto in maniera completamente diversa dai due protagonisti.
Lewis ama come se fosse un bambino: pretende l’attenzione completa di William, sempre e comunque. Deve essere il suo centro a cui ruota tutto intorno. Deve essere una sua “esclusiva” e il suo benessere personale deve sempre venire prima di tutto. Spesso punta i piedi per ottenere quello che vuole, si rende conto che se dovesse tirare troppo la corda, questa potrebbe spezzarsi, ma è più forte di lui. Nella coppia Lewis si sente l’anello debole, si sente inferiore a Will. Non capisce come una persona bella e brillante come William possa essersi innamorata di lui e ha bisogno costantemente di conferme. Conferme che non sempre William può dare.

Siamo come foglie incatenate allo stesso ramo, ci sfioriamo in un alito di vento e bramiamo tempesta per morire o amare, comunque liberi.

William, invece, ama in modo più maturo, più consapevole. Conosce Lewis fin nell’intimo più nascosto. Ha “studiato” i suoi gesti, il suo modo di fare, il suo modo di essere e ne ha accettato pregi e difetti. Non ha bisogno di conferme perché sa benissimo chi è. Non sempre ho capito i suoi silenzi, il suo tener nascosta la verità. La loro relazione non sarebbe stata comunque semplice, siamo negli anni che precedono la seconda guerra mondiale, ma se fossero stati più sinceri, avrebbero potuto vivere certe situazioni più serenamente.

Le favole sono solo un pretesto per l’immaginazione, ci insegnano a non accettare i limiti e le costrizioni e, tanto meno, le convenzioni.

Durante la parte iniziale di questa relazione mi sono spesso ritrovata nella condizione di voler letteralmente entrare nel libro per scuotere Lewis e spiegargli in modo abbastanza colorito che certi comportamenti avrebbe potuto benissimo evitarli. Solo quando ha deciso di prendere in mano la propria vita e di affrontarla nel modo che credeva più giusto, ecco che la mia frustrazione si è focalizzata su William; la situazione si è letteralmente ribaltata. E vi assicuro che William non l’avrei preso solo a male parole… Passato un certo punto del libro, però, il mio pensiero costante è stato: “ma come, non può essere!”. Ogni poche pagine le mie certezze venivano fatte a pezzi da altre verità.

Perché forse Wonderland non è un dove, ma un quando.

Questo è un libro struggente. Non ci sono altre parole per descriverlo. Non è un termine che uso spesso e non mi piace nemmeno molto ma, nonostante ci stia pensando da un po’, non ho trovato un altro termine per descriverlo. Non è un libro che mi ha fatto piangere ma mi ha lasciata più volte con il cuore spezzato. Trovo che l’autrice sia stata bravissima a far provare anche a noi lettori la sofferenza dei protagonisti. A farci trasportare dalle loro emozioni, che fossero rabbia, amore, tristezza o tormento. A farci capire che per l’amore, di qualsiasi forma sia, vale sempre la pena di lottare.

Non eravamo fatti per essere addii, eravamo fatti per essere ritorni.


Elle

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