Insieme a mezzanotte, Jennifer Castle

Ero molto combattuta se leggere o meno Insieme a mezzanotte. Sono in piena fase “solo ed esclusivamente romanzi rosa” e un libro di narrativa non rientrava nel mood. Ma ho aspettato talmente tanto per averlo dalla biblioteca che, restituirlo senza averlo nemmeno aperto, non mi sembrava giusto né nei confronti del libro, né nei confronti di chi era in lista dopo di me. 
Così mi sono fatta coraggio e l’ho iniziato. Beh, devo dire che ho fatto proprio bene!

Sii gentile, perché ogni persona che incontri sta combattendo una dura battaglia.

Kendall è una diciasettenne che è appena rientrata da un semestre di scuola itinerante in Europa. Ha un leggero deficit dell’attenzione e fa molta fatica a stare al passo con i compagni di scuola. È una ragazza intelligente ma si trova spesso a dover far fronte a mille cose che le frullano per la testa, i cosiddetti Bachi del Pensiero
Durante le vacanze di Natale si è resa conto che non vuole tornare alla normalità, a scuola, alla solita routine e, per questo, scappa letteralmente a casa del fratello preferito, Emerson, che vive a New York con il compagno Andrew.

Le cose belle annullano quelle brutte, quelle brutte annullano quelle belle. Senza fine.

Max è un diciottenne dinoccolato che ha deciso di prendersi un anno sabbatico prima di iniziare il college. L’anno sabbatico è stato preso per stare vicino alla ragazza con cui si vedeva durante l’ultimo anno di scuola, Eliza, ma agli occhi di tutti, famiglia compresa, l’anno di pausa serviva per racimolare soldi per pagarsi la retta scolastica e per questo lavora in un call center. Max è un ragazzo dolce e con l’animo da buon samaritano, cerca sempre di fare la cosa giusta per gli altri, ma si trova nel momento critico in cui non sa che fare della propria vita. Durante le vacanze di Natale, Max e la sua famiglia, vanno a casa del nonno a New York, e quando anche l’ultima badante di Big E si licenzia, il padre chiede a Max di passare qualche giorno con il vecchio scorbutico e lui non se la sente di rifiutare.

Ci fermiamo in attesa del verde. Metto le punte delle scarpe sul bordo del marciapiedi, guardo giù e penso che forse un precipizio non è diverso da un angolo di strada. A volte basta un passo, a volte ci vuole un salto, ma in un caso o nell’altro, l’importante è non stare fermi.

Kendall e Max si conoscono, hanno degli amici in comune che frequentano la stessa compagnia e, durante l’estate precedente, si sono scambiati un bacio, considerato da entrambi un errore. Jamie è uno di questi amici in comune e quando arriva a New York per incontrare prima Max e poi Kendall, i tre si trovano simultaneamente ad assistere un incidente. Una ragazza litiga con il fidanzato e, nell’attraversare la strada, viene investita da un autobus. I due ragazzi si sentono in colpa per non essere intervenuti a favore della ragazza, per non aver cercato di evitare l’incidente e, sentendosi in difetto, decidono di compiere sette atti di gentilezza verso degli sconosciuti. Questi atti, però, non devono prevedere l’utilizzo di soldi: devono semplicemente essere atti di gentilezza estemporanea.

Devi prendere la vita per mano, anche se non sai dove ti porterà.

È così che Kendall e Max si trovano a riflettere su quanto sia difficile essere gentili con gli estranei perché questi spesso si aspettano di dover ricompensare in qualche modo. A volte ci si sente degli impiccioni e che, in realtà, ci si dovrebbe fare gli affari propri. Magari gli altri non vogliono essere aiutati o ascoltati. O magari è proprio quello di cui hanno bisogno. 
Come fare a capire chi aiutare e chi no? Perché aiutare degli estranei quando è già difficile aiutare chi ci sta vicino?

La gentilezza non sempre sembra tale: a volte si presenta sotto mentite spoglie.

Con una New York innevata a fare da sfondo, Max e Kendall, ci portano a conoscere persone diverse in situazioni diverse. Personaggi che, con il loro punto di vista, ci fanno capire che a volte basta davvero poco per dare conforto. Basta solo una parola o un gesto gentile. 

Insieme a mezzanotte è un libro che vale la pena leggere. E non lo dobbiamo fare soltanto noi adulti, che spesso ci ritroviamo a girare la faccia dalla parte opposta quando vediamo qualcosa di ingiusto o qualcuno che si trova in uno stato di bisogno, magari pensando che qualcun altro aiuterà in qualche modo. Ma anche i ragazzi che dovrebbero essere ancora ingenui e spontanei, che dovrebbero per natura essere altruisti e portatori sani di gentilezza...

Questo è il mio posto, perché è qui che siamo tutti, a combattere le nostre dure battaglie per le stesse cose.

Elle

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