Il fabbricante di sogni, R.M. Romero

Quante streghe e quanti stregoni erano principesse e principi all’inizio?

Chi non mi conosce non sa che amo leggere qualsiasi genere di libro ma, in particolare, ne prediligo due tipi: romanzi rosa e romanzi ambientati durante la seconda guerra mondiale. Quando, tra le novità DeA, ho visto che sarebbe uscito questo libro ho subito pensato che non me lo sarei fatta sfuggire per niente al mondo e quindi eccomi qua a parlarvene.

Voi adulti non avete abbastanza fede nella magia.

Il fabbricante di sogni è un libro molto particolare, innanzitutto perché la protagonista è Karolina una bambola e poi perché questa è magica. Karolina nonostante sia una bambola è in grado di muoversi e di parlare. È stato il Giocattolaio a donarle un cuore di vetro e a renderla viva. Karolina è volitiva, risoluta e spesso fa fatica a frenarsi dal rispondere a tono alle persone. Ma anche se ha un carattere molto forte riesce ad entrare in empatia con il Giocattolaio, Cyryl Brzezick.

La magia non è altro che questo: far succedere le cose perché desideri che diventino realtà.

Cyryl vive a Cracovia ed è un ex soldato rimasto mutilato durante la Grande Guerra. È per metà tedesco e per metà polacco, è un uomo goffo, taciturno, schivo, a tratti triste che non riesce a legare particolarmente con le persone ma ha la capacità indiscussa di costruire bellissime bambole. Il suo negozio è pieno di giocattoli: cavalli a dondolo, bambole e animali in legno. 
È il 1939 quando gli viene commissionata la costruzione di una casa per le bambole da Jozef Trzmiel ,come regalo di compleanno per la figlia.
Jozef è un ebreo che ha perso la moglie e vive con la figlioletta. È un compositore e violinista di successo. Cordiale, arguto e loquace, lega subito con il Giocattolaio. Rena è una bambina vivace, che ama chiacchierare e stare con i bambini della sua età. Ama le bambole, vede la vita in loro e quando scopre che Karolina è più di un semplice giocattolo non ha paura ma si affeziona a lei. Diventano amiche.

La bambola rifletté su quanto fosse triste e assurdo che Hitler governasse una così vasta parte del mondo umano pur essendo così disumano con i popoli che aveva conquistato.

Il tempo passa e, in men che non si dica, arriva l’esercito tedesco a occupare la Polonia e iniziano così le restrizioni per gli ebrei: prima i bambini non possono più frequentare la scuola e in seguito vengono spostati tutti nel ghetto. Anche se durante questo lungo periodo Jozef e il Giocattolaio si sono persi di vista, l’amicizia che li lega è un sentimento forte e sempre presente. È in questo momento così cupo e triste che c’è maggiormente bisogno di magia, di qualcosa che riesca a sollevare gli animi e dare la speranza di un futuro migliore. È in questa situazione così tragica che il Giocattolaio si rende conto che deve trovare la forza in sé per mettere in pratica la sua magia, mettersi in gioco, sfidare i tedeschi, i cattivi, e fare qualcosa di buono, di positivo per gli ebrei e, in particolare, per i suoi amici. In tutto questo Karolina ha un ruolo importante: è lei che sostiene Cyryl, che lo supporta, che gli sta al fianco, cercando di fargli capire qual è la strada migliore da percorrere, qual è la via più semplice per arrivare all’obiettivo.

Quanto potevano essere stupidi gli esseri umani quando rifiutavano di riconoscere la realtà! Lottavano per aggrapparsi a qualsiasi scusa possibile pur di mantenere a galla le proprie menzogne.

Tra tutti il mio personaggio preferito non è il Giocattolaio o Karolina, ma è Rena. Lei, con la sua dolcezza e innocenza, è riuscita a conquistarmi. Lei che, anche se solo una bambina, è riuscita ad andare oltre le apparenze e a vedere nel profondo delle persone. Lei che, anche se è dovuta crescere troppo in fretta, è riuscita a mantenere una visione positiva del mondo.

Mi sarebbe piaciuto vedere approfonditi maggiormente alcuni aspetti dei personaggi, soprattutto riuscire a capire come hanno fatto a diventare le persone che sono, cosa li ha spinti a fare le scelte che li ha fatti arrivare ad essere come sono. Per contro, trovo che l’autrice sia stata molto brava a intessere la trama, a inventare questa “favola”. È riuscita a rendere evidenti il contrapporsi del bene e del male, della magia buona e di quella cattiva, a creare uno spartiacque tra i personaggi virtuosi e quelli meno senza mai cadere nell’ovvietà e nella banalità.

Il suo nome era Cyryl Brzezick, ma tutti lo conoscevano come il Giocattolaio di Cracovia.

Elle

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