Questo libro non è stato divorato come avrebbe dovuto essere. L’ho portato in viaggio con me,
l’ho letto nei lunghi spostamenti tra una città e l’altra e la sera prima di andare a dormire. È un
altro libro molto bello, un libro che parla di scelte difficili, di doveri e di responsabilità.
In quanto seguito del precedente (la cui recensione trovate QUI), vi avviso che in questo post potrete trovare qualche spoiler! Se non avete letto il primo, siete avvisati ;)
Sono passati sette anni da quando Svanhild ha deciso di seguire Solvi e di diventare sua moglie. Sette anni durante i quali è cresciuta e gli ha dato un figlio. Sette anni passati in mare, passati da una corte all’altra per cercare alleati con cui attaccare la Norvegia e riprendere le proprie terre. Svanhild è diventata una regina del mare: ha imparato a governare una barca, a farsi rispettare dagli uomini e, al fianco del marito, a intessere alleanze politiche. Ma la maternità porta con sé delle grosse responsabilità, prima di tutto la sopravvivenza del proprio bambino. E se il proprio bambino non ama la vita di mare ecco che le cose si complicano, le divergenze tra moglie e marito diventano più evidenti fino a diventare insormontabili e basta una parola detta al momento sbagliato per far crollare il castello.
Ragnvald durante questi sette anni si è sposato con Hilda, la sua promessa sposa, che, nel frattempo, gli ha dato parecchi figli. Non è quasi mai a casa per governare la sua terra perché Harald lo richiede al suo fianco come consigliere fidato per conquistare la Norvegia e farne un unico regno. Ragnvald è stanco di guerre e sangue, è stanco di dover uccidere uomini per un ideale, è stanco di dover punire fisicamente per assoggettare uomini al volere di Harald. È per questo che chiede al re di poter governare le proprie terre con l’impegno di tornare al suo fianco in qualsiasi momento lo chiami. Ragnvald ha sempre idealizzato Harald al punto che, sia Svanhild che il suo amico Oddi, gli devono ricordare che Harald non è un dio ma un uomo e che, come tale, può sbagliare. È solo quando Harald non impedisce una punizione particolarmente pesante ai suoi nemici, che Ragnvald apre gli occhi e cerca di prendere, per quanto possibile, le distanze.
Dietro a tutti questi intrecci politici, inganni e macchinazioni c’è lui, Harald. Il futuro primo re di Norvegia. Il bellissimo vichingo alto e biondo che, dietro le istruzioni dello zio Guthorm e baciato dalla fortuna degli dei e piegando con la forza i suoi nemici, cerca di costituire una sola nazione unita. Harald non è sempre un uomo giusto e imparziale, ha una fiducia smisurata nei confronti dello zio e di Ragnvald ma, qualsiasi decisione prende, giusta o sbagliata che sia, è per raggiungere il suo unico obiettivo: una nazione unita. Un’unità che, se verrà raggiunta, verrà faticosamente conquistata a suon di guerre, alleanze e matrimoni.
Questo libro, come il precedente, mi è piaciuto molto. È un libro che si legge molto facilmente nonostante siano quasi seicento le pagine che lo compongono.
La scrittrice è stata molto brava a rendere una storia così complessa, interessante e di facile lettura. Confesso che, dopo due libri, ho ancora problemi a riconoscere i nomi dei personaggi secondari anche se l'autrice li ha spesso semplificati.
Per non rovinarmi la sorpresa di come finisce la storia del primo re di Norvegia, non sono andata su Wikipedia a cercare notizie. Aspetterò con ansia che esca il terzo volume...
In quanto seguito del precedente (la cui recensione trovate QUI), vi avviso che in questo post potrete trovare qualche spoiler! Se non avete letto il primo, siete avvisati ;)
Sono passati sette anni da quando Svanhild ha deciso di seguire Solvi e di diventare sua moglie. Sette anni durante i quali è cresciuta e gli ha dato un figlio. Sette anni passati in mare, passati da una corte all’altra per cercare alleati con cui attaccare la Norvegia e riprendere le proprie terre. Svanhild è diventata una regina del mare: ha imparato a governare una barca, a farsi rispettare dagli uomini e, al fianco del marito, a intessere alleanze politiche. Ma la maternità porta con sé delle grosse responsabilità, prima di tutto la sopravvivenza del proprio bambino. E se il proprio bambino non ama la vita di mare ecco che le cose si complicano, le divergenze tra moglie e marito diventano più evidenti fino a diventare insormontabili e basta una parola detta al momento sbagliato per far crollare il castello.
Ragnvald durante questi sette anni si è sposato con Hilda, la sua promessa sposa, che, nel frattempo, gli ha dato parecchi figli. Non è quasi mai a casa per governare la sua terra perché Harald lo richiede al suo fianco come consigliere fidato per conquistare la Norvegia e farne un unico regno. Ragnvald è stanco di guerre e sangue, è stanco di dover uccidere uomini per un ideale, è stanco di dover punire fisicamente per assoggettare uomini al volere di Harald. È per questo che chiede al re di poter governare le proprie terre con l’impegno di tornare al suo fianco in qualsiasi momento lo chiami. Ragnvald ha sempre idealizzato Harald al punto che, sia Svanhild che il suo amico Oddi, gli devono ricordare che Harald non è un dio ma un uomo e che, come tale, può sbagliare. È solo quando Harald non impedisce una punizione particolarmente pesante ai suoi nemici, che Ragnvald apre gli occhi e cerca di prendere, per quanto possibile, le distanze.
Dietro a tutti questi intrecci politici, inganni e macchinazioni c’è lui, Harald. Il futuro primo re di Norvegia. Il bellissimo vichingo alto e biondo che, dietro le istruzioni dello zio Guthorm e baciato dalla fortuna degli dei e piegando con la forza i suoi nemici, cerca di costituire una sola nazione unita. Harald non è sempre un uomo giusto e imparziale, ha una fiducia smisurata nei confronti dello zio e di Ragnvald ma, qualsiasi decisione prende, giusta o sbagliata che sia, è per raggiungere il suo unico obiettivo: una nazione unita. Un’unità che, se verrà raggiunta, verrà faticosamente conquistata a suon di guerre, alleanze e matrimoni.
Questo libro, come il precedente, mi è piaciuto molto. È un libro che si legge molto facilmente nonostante siano quasi seicento le pagine che lo compongono.
La scrittrice è stata molto brava a rendere una storia così complessa, interessante e di facile lettura. Confesso che, dopo due libri, ho ancora problemi a riconoscere i nomi dei personaggi secondari anche se l'autrice li ha spesso semplificati.
Per non rovinarmi la sorpresa di come finisce la storia del primo re di Norvegia, non sono andata su Wikipedia a cercare notizie. Aspetterò con ansia che esca il terzo volume...
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