L’Amuleto, Gert Nygårdshaug

Ho letto parecchi libri gialli scritti e ambientati nel nord Europa e ho sempre amato il tipo di scrittura assolutamente caratterizzante di questi paesi e, soprattutto, ne adoro la descrizione dei luoghi, ed è per tale motivo che ho scelto questo libro, pensando di avere in mano un altro un testo simile. Posso solo dirvi che non è andata proprio così...

Ma partiamo dalla trama.
Fredric Drum è un trentaquattrenne che vive in una pensione a Oslo. Non ha una sua casa ma, periodicamente, trasloca da una pensione all’altra. È ristoratore di uno dei più prestigiosi ristoranti della città e ha una passione per il vino raffinato e per la crittografia. Il suo passato non è molto chiaro, si sa solo che tempo prima è rimasto vittima, insieme ad una bellissima ragazza francese, di una tragica vicenda. È un uomo estremamente intelligente, sveglio, si fida molto del suo istinto ed è superstizioso al punto da portare sempre con sé un cristallo a forma di stella a cinque punte che consulta quando il suo istinto gli dice che qualcosa non va bene.
Il libro si apre con un incidente ai danni di Fredric: un tuffo nelle acque gelide del fiordo, da cui ne esce con in mano una bambola eschimese, una bambola che, nell’antichità veniva usata come amuleto per i cacciatori. È con questo primo incidente che si apre una serie di altri inconvenienti che porteranno il protagonista a rischiare la propria vita per risolvere parecchi misteri, primo fra tutti, il ritrovamento di due mummie ben conservate nella valle del Rødalen.
Il libro è interessante, è ben scritto e i paesaggi descritti invogliano il lettore a visitare quella zona della Norvegia, ma mi è sembrato che tutta la parte della risoluzione del mistero si sia svolta nella testa di Fredric. Noi vediamo solo il “risultato finale”.
Quando un’amica mi ha chiesto cosa pensavo del libro ho risposto con un “Mi è sembrato di aver visto una puntata della Signora in Giallo”, perché, come in quel famoso telefilm, basta una piccola intuizione del protagonista per risolvere il mistero.
Solo che l’intuizione ce l’ha esclusivamente lui.
Noi non riusciamo a capire cosa si cela dietro il suo ragionamento e, in questo caso, ne veniamo a conoscenza solo alla fine, quando Fredric svela il mistero ai suoi amici.
Un’altra puntualizzazione che faccio è che essendo un thriller, come spesso accade, ci si aspetta subito un morto. In questo caso lo troviamo solo a circa metà libro. Fino a quel momento, tutto quello che succede sono semplicemente eventi slegati tra loro che possono sembrare delle sgradevoli e malcapitate coincidenze.
Mi sarebbe piaciuto avere un quadro più completo su Fredric come persona, sul suo carattere, sul suo modo di vedere le cose e, soprattutto, sul suo passato.
Per essere il primo libro della serie non è male, ma mi aspetto che nei capitoli successivi si dia maggior spessore a Fredric e alla sua intelligenza.

Elle

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