Storia dei miei lupi, Emily Fridlund

Si sa. Dopo una serie inanellata di libri splendidi, c’è il solito passo falso. 
E così, eccomi qui con un libro che mi ha lasciata un po’ perplessa. 
Questo è un libro complesso e complicato. È un libro che non segue un ordine cronologico nella narrazione, sono tanti ricordi messi insieme e come tali, i ricordi non seguono un ordine, ma si inseguono e si rincorrono con una logica del tutto illogica.
Linda è una ragazzina schiva, sola e isolata. Il padre non la considera, con la madre non va d’accordo e a scuola, dove tutti la chiamano la stramba, non ha amici. Vive in quella che fino a pochi anni prima era una comune, una casupola costruita con teli e tronchi in mezzo al bosco del Nord Minnesota. Qui vive con i genitori e i quattro cani e il suo più caro amico è proprio uno di loro, Abe. In questa desolazione che è la sua vita, entrano due figure importanti: Patra e Paul.

Patra e Paul sono madre e figlio. Vanno a vivere nella casa delle vacanze costruita in riva al lago proprio di fronte alla casa dove vive Linda. Paul ha quattro anni e, come tutti i bambini di quell’età, è un bambino docile, spesso capriccioso, bisognoso di attenzioni, intelligente e fin troppo adulto per l’età che ha. Ben presto Linda si trova a fare da babysitter a Paul e a cercare, in qualche modo, le attenzioni di Patra, a cercare far parte di quella famiglia. Ma nonostante la giovane età Linda si rende conto che qualcosa in quella famiglia non va, si rende conto che, al di là delle apparenze, c’è qualcosa che non riesce ad afferrare completamente e solo maturando riuscirà a capire.
È così che la scrittrice narra la storia di Linda, con la descrizione meticolosa della natura e del bosco che cambiano a seconda delle stagioni, con il racconto, a volte un po’ ripetitivo, della vita solitaria di Linda.
D’altra parte il libro è scritto molto bene, scorrevole e per nulla difficile.
Il difficile è cercare di capire quanto la Emily Fridlund non dice apertamente, quanto sottintende...

Elle

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