Bill Griffin trasforma i desideri in realtà .
Ecco, ciò che si evince leggendo, o anche solo svogliando, il suo libro The Wish, edito DeA, uscito poche settimane fa.
È il 2014 quando Griffin mette online Crowdfish, un’app in cui gli utenti possono esprimere desideri: se il proprio desiderio rimane in cima per 24 ore, questo avrà la possibilità di vederlo realizzato.
Ed è così che nel corso degli anni Griffin ha contribuito alle tasse di qualcuno per il college, procurato pass per Disney World, spedito libri a chi soffriva di depressione e infinite altre cose.
Passa un po’ per un buon samaritano e, lasciatemelo dire, leggere l’ultima parte di questo libro, quella in cui lui elenca le opere pie, me l’ha reso un po’ antipatico.
Lo ammetto: sono una di quelle persone che ritiene che la beneficenza più bella è quella fatta in silenzio, senza sbandierarla ai quattro venti.
Ma Bill Griffin se ne frega e lo mette nero su bianco, a testa alta, e ci scrive un libro sopra.
The Wish è una raccolta di 99 desideri e il relativo modo per farli diventare realtà .
Con Crowdwish il numero e tipo di desideri raccolti è realmente infinito: ce n’è per tutti gusti, motivo per cui, pure nel libro, ne troviamo di più e meno seri.
Si parte col più banale dei desideri: Vorrei essere milionario.
Diciamocelo: se non lo desiderata almeno una volta ogni due giorno non siete a) essere umani e b) non vi credo.
Griffin ci elenca, allora, i vari modi in cui poter raggiungere l’agognata ricchezza: diventa un imprenditore, inventa qualcosa di semplice ma utile, prova e riprova e così via.
Con il secondo desiderio ho capito che il libro andava preso seriamente fino ad un certo punto: Vorrei che mi passassero i postumi della sbornia.
Detto tra noi, non è che serviva desiderarlo in un’app apposita. Se non vuoi i postumi della sbornia, non prenderti la sbornia. E non sono Bill Griffin.
L’elenco continua con desideri quali Vorrei sapere cosa fare con la mia orribile suocera, Vorrei saldare i miei debiti, Vorrei leggere due libri al mese, Vorrei imparare tutto sul vino, Vorrei che le scarpe col tacco fossero più comode e Vorrei essere famoso.
Ma se pensate che la mia recensione stronchi completamente il libro, vi sbagliate di grosso.
Oltre ad alcune parentesi che mi vengono da definire superficiali, ci sono anche desideri che ritengo più seri, quasi esistenziali e che fanno riflettere non tanto per i consigli che dà sulla loro possibile realizzazione l’autore, quanto sul desiderio stesso.
Vi riporto quelli che mi hanno colpita di più, che mi hanno fatta fermare e prendere una pausa per riflettere.
Vorrei sapermi accettare per quello che sono.
Vorrei non dubitare tanto di me stesso.
Vorrei riuscire ad accettare la morte di una persona a cui ho voluto tantissimo bene.
Vorrei aver saputo allora quello che so adesso.
E la più bella:
Vorrei una sorpresa.
E voi ne avete di desideri? Se aveste la possibilità di vederne realizzato uno soltanto, quale scegliereste?
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