Quando ho preso in mano e scelto di leggere questo libro non pensavo fosse così profondo e introspettivo. È un libro molto descrittivo, dettagliato fin nei particolari e dove qualsiasi parola scritta serve a rendere maggiormente l’idea di quello che la scrittrice vuole trasmetterci.
Serena è una ragazza che vive a Milano e frequenta l’università. Sta per laurearsi e andare a vivere da sola e decide di trovarsi un lavoretto intanto che cerca di capire cosa vuole fare da grande. È grazie all’amica di un’amica che riesce a trovare lavoro come cameriera al Chiosco, un bar all’aperto in una piazza di Milano. Il Chiosco apre a marzo e chiude ad autunno inoltrato ed è in questo lasso di tempo che avviene la narrazione, la quale ruota, quindi, attorno all’evoluzione di Serena dall'apertura stagionale del bar alla sua chiusura.
All’inizio Serena è schiva e non da confidenza a nessuno. Pensa di non essere vista dalle persone che incontra, dai clienti, dai colleghi, mentre lei vede tutti. Ha paura a dire quello che pensa realmente perché gli altri potrebbero non capirla e lei, spesso, non ha voglia di spiegarsi.
Ma, a mano a mano che il tempo passa, Serena inizia ad aprire gli occhi, inizia a rendersi conto che anche gli altri la vedono, che alcuni la comprendono e che altri sono come lei. Anche nella sua storia con Luca, un cliente conosciuto al Chiosco, Serena non è sempre sincera. Ha paura di esporsi, paura di essere fraintesa, paura di non essere all’altezza dell’altro, paura di far vedere la persona che è realmente. Paura di far vedere quel “mostro” che ognuno ha dentro di sé e che ha solo bisogno di trovare un altro “mostro” che sia in grado di zittirlo o di tenerlo a bada.
Questo libro mi ha fatto pensare a com’ero a quell’età, quando mi sentivo incompresa, quando sentivo il bisogno di trovare una persona che mi capisse al volo, quando avevo paura del giudizio degli altri.
È solo con la maturità che mi sono resa conto che per essere compresa, prima di tutto, dovevo essere io per prima ad aprirmi agli altri. Perché è solo aprendoti e facendo entrare gli altri nella tua vita che puoi condividere il tuo modo di essere.
È solo con la maturità che ho capito che ognuno di noi ha un “mostro” in sé, piccolo o grande che sia, e che ha bisogno di essere domato da una persona, che questo mostro lo vede e non ne ha paura, ma lo capisce e lo affronta.
Se mi guardo da fuori è un libro che non va letto tutto d’un fiato, ma va assaporato piano piano e fatto decantare: solo così riusciremo a comprendere tutte le sue pieghe nascoste e ci aiuterà a riflettere.
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