È da un po’ di tempo che non leggevo un thriller e quando mi è venuto sottocchio questo ne sono rimasta affascinata dalla trama e dalla copertina e dalla copertina un po’ dark.
A fine lettura posso dire che è un libro carino, con i suoi lati positivi e negativi, ma niente di più.
Emma Price è la giovane mamma di Aiden e vive a Bishoptown-on-Ouse da sempre. Nel 2006, durante la peggiore alluvione di sempre, il fiume Ouse è esondato portando con sé il piccolo Aiden di soli sei anni. Il periodo successivo alla sparizione di Aiden è molto straziante per Emma: come rassegnarsi alla perdita di un figlio quando il suo corpo non è mai stato ritrovato?
A breve distanza di tempo Emma perde anche entrambi i genitori in un tragico incidente stradale.
Rob, il giovane padre di Aiden, non ce la fa a sostenere la pressione psicologica della sparizione dal figlio e si arruola nell’esercito. Emma rimane praticamente da sola, solo una coppia di amici, Hugh e Josie, le staranno vicino e la sosterranno per quanto possibile. Durante questa profonda crisi esistenziale Emma incontra Jake, o per meglio dire, Jake cerca Emma.
Jake era il suo professore di arte quando faceva l’ultimo anno delle superiori. Lui è sempre stato la sua roccia, il suo appoggio nei momenti peggiori, è stato lui che l’ha convinta a trovare un lavoro e a uscire dal buco nero nel quale era caduta dopo la morte di Aiden e dei genitori. A distanza di dieci anni Emma ha superato i tragici eventi. Anche se spesso il pensiero corre a loro non soffre più come all’inizio, si è sposata con Jake ed è in attesa della nascita della loro bambina. Ma un mese prima della data prevista per il parto Emma riceve una telefonata dall’ispettore capo che le comunica che hanno trovato il suo bambino, ormai sedicenne, vagare mezzo nudo nella foresta. Il problema è che Aiden non proferisce parola. Niente. Nemmeno una sillaba. Dal momento in cui Emma rivede il figlio è un’emozione dietro l’altra: incredulità per il ritrovamento, rabbia contro chi ha sequestrato il figlio per così tanto tempo, sospetto nei confronti di chiunque possa aver fatto una cosa simile, isolamento dal mondo esterno per poter difendere il figlio e sé stessa. Tutte quelle emozioni che aveva vissuto dieci anni prima vengono nuovamente a galla e vengono rivissute nuovamente.
E di chi ci si può fidare? Ci si può fidare di Jake, il marito amorevole e premuroso, che vorrebbe allontanare Aiden dalla sua casa in quanto ritenuto pericoloso? Ci si può fidare di Rob, che alimenta costantemente i dubbi di Emma? Ci si può fidare di Amy, la maestra di scuola di Aiden, che rilascia interviste alla stampa dipingendolo come un bambino selvaggio che ama il pericolo? O dei nonni paterni di Aiden che cercano di forzare la mano al ragazzo per spingerlo ad aprirsi e a farlo parlare?
Vorrei solo scrivere due parole su Aiden, su quel bambino che è stato tenuto segregato per dieci lunghissimi anni. Non posso nemmeno immaginare come si possa sentire un bambino così piccolo, che comunque capisce cosa sta accadendo, che si vede strappare dalla routine familiare, dai suoi genitori, per essere rinchiuso alla mercé di un mostro. Che reazioni si possono avere una volta tornati nel mondo reale? Il minimo è rimanere in silenzio, studiare la situazione e cercare di capire come riprendere in mano la propria vita, come poter sopravvivere alla prigionia.
In queste 350 pagine circa si narra quanto avviene in un lasso di tempo di un mese scarso. Tutto è molto rallentato e la narrazione molto approfondita. Si sviscerano proprio tutti i sentimenti che Emma ha provato al momento della sparizione del figlio e che prova dal momento del suo ritrovamento fino alla soluzione del caso. Più che un racconto mi è sembrata un’analisi.
La trama di fondo è davvero interessante ma non ci sono colpi di scena che ti invogliano a proseguire la lettura, bisogna arrivare agli ultimi tre capitoli per trovare il primo vero colpo di scena. Sono arrivata al quarantesimo capitolo senza capire dove si stava andando a parare.
La cosa che ho apprezzato di più di questa lettura è il fatto che chiunque si può immedesimare in Emma, nelle sue reazioni, nelle sue emozioni e nel suo modo di reagire alle varie situazioni. Io al posto suo mi sarei comportata esattamente come lei.
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