Non mi ricordo nemmeno quando ho scaricato questo libro sul mio e-reader, probabilmente l’ho fatto per sbaglio prima di partire per le vacanze e poi è rimasto lì, in attesa che mi ci cadesse sopra l’occhio.
Ieri
sera dovevo iniziare un nuovo libro e così ho guardato i titoli a mia disposizione e, nell’indecisione tra un
giallo e questo rosa, la mia scelta è caduta su questo bellissimo romanzo.
Non avevo mai letto nulla di
questa scrittrice ma mi ha conquistato fin dalle prime pagine.
Victoria è un’affermata scrittrice ventisettenne in crisi creativa che vive a Chicago. Mancano pochi mesi alla
consegna del suo nuovo romanzo ma lei non ha scritto altro che il titolo. Le pressioni dalla casa editrice
iniziano a farsi sentire e il suo agente decide di mandarla in una fattoria del Vermont.
Nath è uno squattrinato contadino e allevatore di Pretty Creek. È un allevatore ma è vegano, si affeziona
talmente ai suoi animali che non ha il coraggio di farli diventare carne da macello.
Victoria è una donna molto ansiosa, ipocondriaca e con mille fobie che sopravvive grazie al gel igienizzante
per le mani e lezioni di yoga.
Nath è giovane, bello e con un bruttissimo caratteraccio. Nonostante la sua laurea in agraria preferisce
lavorare nella fattoria piena di debiti lasciatagli dal padre e vivere con quel poco che riesce a guadagnare
dalla vendita di quanto coltivato.
L’impressione che Victoria ha di Nath è di un rozzo buzzurro arrogante. Quella di Nath nei confronti di
Victoria è di una letterata folle. Questa è solo la prima impressione perché, nonostante fino alla fine del
libro continuino ad appellarsi così, le loro opinioni cambiano. Eccome se cambiano!
La cosa che mi è piaciuta molto è il libro nel libro e il vedere cosa sta dietro la pubblicazione di un romanzo.
Il veder raccontare come nasce un libro, da dove può nascere l’idea della trama, con cosa si deve scontrare
uno scrittore prima di vedere pubblicato il proprio libro. E poi la storia che scrive Victoria, l’amore tra James
e Sofia che è il riflesso della storia tra il buzzurro e la letterata.
Con questo libro ho riso molto, soprattutto all’inizio, al punto che marito e figli ad un certo punto mi hanno
chiesto di far ridere anche loro leggendogli i passaggi più esilaranti. Ho sorriso ai vari battibecchi tra i due
protagonisti ma anche tra Nath e la sorella Susan. Ho sofferto per Nath e per la sua più grande perdita e per
le scelte che è stato costretto a fare in seguito. Ho gioito e sorriso sulle scene finali del libro e non mi
dilungo ulteriormente per paura di spoilerare.
Solo un piccolo appunto per la scrittrice Victoria e non: un libro per vendere non deve essere farcito di
scene di sesso. Deve essere scritto bene ma, soprattutto, deve essere coinvolgente e appassionante. Se la
scena di sesso ci sta nel contesto, bene! altrimenti si può benissimo fare a meno.
Che bella sorpresa. Grazie di cuore per la bellissima recensione.
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