Vertigo, Katharine McGee

Avete presente quando attendente con impazienza il seguito di libro che vi era piaciuto tantissimo e che vi aveva lasciato col batticuore su di un finale totalmente inatteso?

Ecco, a me era successo così con The Tower e, ora che ho letto il sequel (santa biblioteca che mi permette di leggere libri senza dover aprire un mutuo per comprarli!), mi domando perché la scrittrice abbia voluto scrivere un sequel per finirlo così! Sono rimasta davvero molto delusa, talmente delusa al punto che stanotte, verso l’una, quando ho letto l’ultima pagina, ho scritto un messaggio ad una mia cara amica, appassionata di libri quanto me, per dirle quando fossi amareggiata. Povera donna, poi al mattino mi ha insultata per l’orario.

La vita al The Tower, dopo l’accidentale volo di Eris dal tetto del grattacielo, riprende con il suo valzer di bugie e segreti, ma le dinamiche sono nettamente cambiate.
La bellissima e sofisticatissima Avery sente molto la mancanza della sua migliore amica e, inoltre, l’amicizia con Leda si è quasi irrimediabilmente incrinata. Ora si trova praticamente da sola, senza nessuno con cui potersi confidare e da cui avere conforto e, sempre da sola, deve affrontare la sua relazione concretamente impossibile con il fratello adottivo Atlas. La loro storia è molto altalenante: entrambi sanno che non potranno avere un futuro ma non vogliono prendere strade diverse. Passano dalla gelosia, all’essere iperprotettivi l’uno nei confronti dell’altra al fare di tutto per non incontrarsi nel corridoio di casa, all’uscire con altre persone per non far capire a nessuno l’amore che li lega.

Anche per l’eterna seconda, Leda, le cose sono nettamente cambiate. Dopo aver minacciato tutti i presenti sul tetto di svelare i loro segreti nel caso avessero svelato quanto successo sul tetto del milionesimo piano, si trova da sola. Riesce ad avere dei rapporti con le persone solamente perché si sentono minacciate o ricattate da lei. Inizia ad intravedersi un piccolo cambiamento, una piccola crepa nel muro che si è costruita intorno, solo quando inizierà a frequentare Watt e farà uscire con difficoltà i suoi sentimenti e, soprattutto, le sue paure.
Watt, con il suo computer quantistico, Nadia, installato nel cervello è sempre intenzionato a fare di tutto per entrare all’MIT, l’università che ha sempre desiderato frequentare. Il suo rapporto con Leda all’inizio è forzato: accetta di uscire con lei solo perché si sente minacciato e perché vuole, in un modo o nell’altro, estorcerle una confessione su quanto accaduto quella fatidica sera. Solo quando inizia a vedere cosa c’è al di là di quel famoso muro che Leda si è costruita intorno, inizierà a desiderare veramente di uscire con lei.

E poi arriviamo a Rylin. Rylin, la ragazza innamorata di Cord, che per un errore si trova a dover rinunciare a lui. La ragazza la cui storia ho seguito con particolare attenzione in The Tower. Grazie alla sorella che la iscrive ad una borsa di studio, improvvisamente si trova catapultata da un lavoro poco gratificante a downTower alla scuola per ricchi, dove comincerà a frequentare un corso di olografia con il professor Xiayne, regista pluripremiato agli Oscar. Nonostante non abbia mai frequentato un corso di questo tipo, la materia l’affascina molto e diventa ben presto l’alunna preferita del professore e la più promettente del corso. Anche se la storia con Cord è su un binario morto entrambi ci tengono ancora l’uno all’altro e cercano, comunque, di avere un rapporto civile. Rylin è il mio personaggio preferito. E’ la ragazza che nonostante le origini riesce a farcela da sola, che con l’impegno e la perseveranza si è costruita una solida base per il futuro. Che nonostante il destino le abbia permesso di mettere un piede nel facoltoso mondo dei piani alti non si monta la testa e riesce a vedere le cose con la giusta prospettiva.
In queste pagine c’è solo una new entry: Calliope Brown. Calliope, insieme alla madre, è una truffatrice. Nata nei sobborghi poveri di Londra si trova a vivere in hotel di lusso facendo innamorare uomini ricchi e facoltosi per poi scappare da un paese all’altro con i soldi rubati. Su chi poserà i suoi occhi famelici? Ovviamente su Atlas! Più in alto del millesimo piano non si può proprio andare! Sinceramente, non l’ho sopportata dal primo momento in cui è entrata in scena. Sarà per il ruolo, sarà che è bellissima, sarà che non ha una coscienza ma davvero non sono proprio riuscita a farmela piacere.

Il libro è molto ben sviluppato e avvincente. La trama non è per nulla scontata e, anche se complessa, non è difficile seguirla. Mi ha lasciata davvero perplessa il finale: non c’è un epilogo o un capitolo conclusivo. C’è un ennesimo colpo di scena che però lascia al lettore semplicemente la sensazione di un libro lasciato a metà, senza un finale.

Ho scoperto solo in mattinata che in realtà è una trilogia (e se posso permettermi: basta con queste trilogie!) e che il libro in inglese uscirà il 20 agosto. A questo punto non mi resta altro da fare che aspettare in grazia che esca velocemente anche in Italia.

Elle

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