La mia fine, il mio inizio: destini legati, Francesca C. Cominelli

Mi trovo qui, in un attimo di quiete famigliare, a scrivere questa recensione.

Siamo arrivati alla conclusione di questa trilogia (qui e qui trovate le recensioni dei primi due capitoli) e, quindi è giunto il momento di tirar le somme!

In questo ultimo capitolo della trilogia dei destini finalmente vediamo i nostri protagonisti maturare. Amanda non è più la ragazza superficiale, egocentrica e viziatella che era: è cresciuta. Questa maturazione un po’ è dovuta agli eventi che si abbattono su di lei e un po’, probabilmente, alla sicurezza di avere un ragazzo come Jared al suo fianco (nel bene e nel male). Amanda comincia a pensare come ad una coppia e non più come singola persona e questo comporta il tenere in considerazione i pensieri dell’altro e, soprattutto, essere il supporto del proprio compagno.

Anche Jared subisce una trasformazione ma non posso dire essere completamente positiva. In questo libro diventa tremendamente geloso e iperprotettivo. Amanda non può fare un passo che deve essere controllata, da lui o da qualcuno della sua cerchia di amici, e se qualcosa non va secondo i suoi piani, ecco che scatta la scenata. Che un pizzico di gelosia nella coppia ci sia, ci sta, ma quando diventa troppo… Ecco, mi sono ritrovata a sbuffare io per lei!
Anche la coppia Matt e Melissa evolve in quest’ultimo capitolo e, devo ammetterlo, sono una coppia che proprio mi piace. Li ho trovati autentici, reali. Melissa è davvero l’amica di tutte noi e Matt è il migliore amico che ognuno di noi vorrebbe avere vicino, pari ad un fratello.

In Destini Legati trovano spazio anche Britney e Cole, la coppia che non ti aspetti ma che, seppur giovane, dimostra una maturità sorprendente e piacevole.

Le tragedie che trovavamo nei due libri precedenti, spuntano pure in questo libro: sono all’ordine del giorno e devo dire che l'autrice non si è proprio risparmiata!
Appena si risolve un problema, ecco che ne spunta un altro ancora più grande e fino alla fine ci accompagnano piccoli e grandi grattacapi.

Altra cosa che non manca proprio in questo libro sono le scene di sesso. In tutti i capitoli ce n’è almeno una. Ormai qualsiasi parete o piano orizzontale sono stati battezzati dai due “coniglietti”. Anche nei momenti meno opportuni non riescono a tenere le mani, e non solo quelle, lontane l’uno dall’altro. 


Se vogliamo trovare qualche aspetto che ho fatto fatica a digerire parto con il diabete di cui ho sofferto a fine lettura: sono una romanticona, e lo ripeterò all’infinito, e mi piacerebbe davvero tantissimo che un uomo in carne e ossa dicesse frasi così zuccherose alla propria compagna. Se ne scovate anche uno solo fatemelo conoscere perché sarei proprio curiosa di sapere se esiste realmente.

Un’altra cosa che mi ha messa in difficoltà è questa: per la prima volta in vita mia, ho pensato “in questo libro si è raccontato troppo”. 
Ora mi spiego. Spesso quando si finisce di leggere un libro e hai letto anche l’epilogo, ti fai dei film mentali su come potrebbe proseguire la storia. Ecco. Qui è impossibile. L’autrice non ci ha lasciato la possibilità di sognare perché il sogno ce l’ha raccontato lei.

Tirate le somme, quindi, mi sento di aggiungere un’ultimissima cosa. 
Sono partita col dire che i personaggi sono cambiati, sono cresciuti e sono maturati. 
Ecco, secondo me non solo loro hanno subìto un’evoluzione. Qualcosa è successo anche a Francesca C. Comelli. Il suo stile è mutato, si è fatto più adulto, più responsabile. 
Se questa serie ha fatto sì che i suoi personaggi trovassero la loro strada, sicuramente è servita anche alla sua autrice che così ha messo giù quelle che potrebbero essere le basi per grandi cose future.

Elle

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