“L’amore per la lettura non ha colore perché #leggereesempreunabuonaidea".
Questa è l’unica frase che il signor Raffaello Avanzini, AD della Newton Compton Editori, ha lasciato al mondo social dopo l’uscita del bell’articolo della sig.ra Zanuttini.
Ecco, caro Raffaello, se tu pensi che quella frase lì basti e avanzi, per me non basta affatto.
In un articolo di 5 facciate le tue autrici e le tue lettrici sono state ampiamente insultate, rese ridicole, stereotipate.
Già, perché la sig.ra Zanutti si prende la libertà di denigrare quel genere che, come lei stessa cita nell’articolo, porta alla tua bella c.e. il 15% di fatturato annuo.
Amy Harmon, autrice americana, non conosce la differenza tra Lauren e Lawrence. Certo, sicuramente lei li ha confusi. Lei, americana. Non c’è ombra di dubbio che magari, e dico magari, una giornalista italiana con la pronuncia italiana, in mezzo ad una Convention non proprio silenziosa si sia fatta capire male. No, è sicuramente colpa dell’americana.
E la “giunonica” Karina Halle, autrice sempre del tuo regno Newton. Giunonica. Ho letto tutto l’articolo diverse volte e da nessuna parte ho trovato la sig.ra Zanuttini firmarsi sottolineando una caratteristica fisica riguardante la sua persona. Evidentemente lei è sopra le autrice romance.
Spetta a te, caro Raffaello, tirar fuori gli attributi, che secondo la giornalista tanto le lettrici di genere adorano e venerano, e ristabilire l’equilibrio. Spetta a te dire, difendere a spada tratta in primis le tue autrici. E poi le tue lettrici, che sono persone, donne, mogli e madri. Non sono delle devote che pellegrinano, lasciando - cito testualmente - “casa, famiglia e quotidianità” per incontrare le loro scrittrici preferite. E soprattutto non appartengono a quella che la sig.ra Zanutti chiama l’Italia povera del tempo d’antan. Già per il semplice fatto che leggono l’arricchiscono quest’Italia.
E ora mi rivolgo a te, sig.ra Zanutti. Chi se ne frega di ciò che una persona legge. L’unica cosa che Avanzini ha detto è giusta. L’importante è leggere sempre.
Se leggiamo rosa non significa che siamo delle frustrate, che vogliono fuggire - cito di nuovo testualmente - dalla noia, dalla solitudine, da mariti o compagni non proprio esaltanti.
Perché se leggiamo thriller siamo delle psicopatiche? Se leggiamo horror, cosa siamo? Se leggiamo biografie? Invidiose delle vita altrui?
Sig.ra Zanutti, invece che leggere 2mila pagine in 5 giorni per “prepararti sull’argomento”, stai calma. Pigliati un libro che ti piace e non andare a fare la punta a chi legge qualcosa di diverso da quello che leggi tu. Ché a farsi gli affari propri si campa cent’anni.
Nessun commento:
Posta un commento