Tutto il buio dei miei giorni, Silvia Ciompi

Ci sono libri che si leggono così, come riempitivo, per staccare la spina, scordarsi della vita per un paio d’ore. Libri che si leggono in spiaggia, quelli classici rosa che sappiamo già come andranno a finire dopo aver letto i primi tre capitoli. Ci sono libri-mattoni che ci costringiamo a leggere per poi dire “Hey! Io l’ho letto” e godere degli occhi stralunati altrui. Ci sono libri che in un pomeriggio se ne vanno, inghiottiti come caramelle golose ma di cui, dopo mezz’ora, non ne rimane più nemmeno il ricordo del sapore.
Altri libri invece, a mio parere, vanno presi a piccoli dosi. Devono essere consumati con lentezza, come una pastiglia per il mal di gola. Dobbiamo sentire la loro essenza scendere lentamente in noi, percepirli nello stomaco per poi propagarsi in tutto il nostro corpo e riempire il cuore, come un balsamo.
Tutto il buio dei miei giorni ricade in quest’ultima categoria: va assaporato, va ingerito e digerito con calma. Se lo fate in un’unica giornata, posso assicurarvi che a fine libro vi servirà un caffè, l’ammazzacaffè ed un ammazzacaffè per l’ammazzacaffè. 

La storia che Silvia Ciompi ci vuole raccontare in questo libro è estremamente reale, viva e terribilmente cruda. Potrebbe tranquillamente far parte della nostra esperienza o di quella di una qualche nostro amico e conoscente, e questo rende sicuramente il tutto spaventosamente più intenso. 

Camille è una bella ragazza di vent’anni, con una bella famiglia e contornata da amicizie vere e sincere. Ha un’unica grande passione: lo stadio. Ci va, accompagnata dal padre da quando è bambina. Guarda con amore verso il campo e con altrettanto amore guarda verso la curva, celando però questa sua sfumatura al padre. Il mondo degli ultras la affascina come poche altre cose al mondo: i cori, gli striscioni, le bandiere: tutto di quell’universo, ai suoi occhi, è magico. 

Luca, detto Teschio - tranquilli, nel testo viene spiegato perché, fa parte di quella curva. La curva è il suo posto nel mondo: lì ci sono i suoi fratelli che, seppur nessuno legame li lega gli uni agli altri, ciò che li rende tanto uniti è un sincero sentimento di lealtà. È la famiglia che si è scelto dopo che si è ritrovato da solo. 

Una bella giornata di calcio però viene rovinata , prima del fischio di inizio, da un incidente che avviene fuori dallo stadio. Camille viene investita da una macchina che contiene proprio un gruppo dei ragazzi della curva, Teschio compreso.
Quest’ultimo, distrutto dai sensi di colpa, assiste, nascosto, giorno e notte Camille in ospedale, la quale si ritrova con la vita spezzata. 

Costretta in quel letto di ospedale i medici la aggiornano sulla sua condizione: ha un braccio completamente distrutto ma che con la fisioterapia e tanta pazienza dovrebbe ritrovare la maggior parte delle sue funzionalità. Questo tuttavia è niente in confronto alla notizia ben più peggiore. Camille, in quella che doveva essere una tranquilla giornata di festa e cori, ha perso completamente l’uso delle gambe. 

I due, chiaramente, si incontreranno, ma il loro rapporto è tutto fuorché semplice. Teschio fa di tutto per spingere la ragazza ad odiarlo fin dal principio, prima ancora che lei sappia che lui era presente il giorno dell’incidente.
C’è da dire che il carattere di Teschio non è tra i più simpatici e piacevoli di questo mondo. È duro, grezzo, spietato. È il carattere che si è, per forza di cose, formato dopo tutto ciò che gli è successo nella sua vita. 
Tuttavia Teschio rappresenta per Camille la sua evasione. In breve tempo diventa la sua piccola gioia quotidiana. Con lui, seppur per brevi periodi, si scorda della sua situazione e quando ritorna alla realtà, Teschio fa di tutto perché Camille tiri fuori quel carattere forte che lui sa che le appartiene.

E ora voi direte Beh, sei simpaticissima, mi hai raccontato tutto il libro e mo che faccio? Lo compro giusto per sport? Quello che vi ho raccontato rappresenta forse un sesto della storia: sono, credo, le prime settanta pagine. Ce ne sono più di 250 altre da scoprire.
Questo perché la Ciompi non ci vuole raccontare una storia d’amore. Qui si va oltre. Si parla di distruzione, di depressione, di rigenerazione, di ricadute, di agognate rinascite. Ci si sente persi e un attimo dopo ritrovati e poi eccoci qui, di nuovo persi.
Tutto il buio dei miei giorni non lo metterei nemmeno nella categoria romanzo rosa. Vi prego di non portarvelo in spiaggia. Relegatevi per un paio di ore a sera per stare con lui. Fatelo riposare insieme a voi, lasciandolo sul comodino. Non prendetelo per scontato, non leggetelo con leggerezza.
Vivetelo come l’ho vissuto io, lasciatevi divorare da questa storia che dentro di voi disperderà sicuramente una traccia del suo passaggio. 


Elle

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