Incubo, Wulf Dorn

Avete mai avuto un incubo ricorrente? Uno di quelli terribili, incompleti, che ogni notte si ripresenta e, una volta svegli, vi porta a chiedervi “Perché?”
Per esempio, io, da bambina, mi ricordo che per un lungo periodo di tempo facevo questo sogno in cui mi trovavo con i miei genitori su una barca. Ad un certo punto questa cominciava a sbandare e i miei, ahimè, morivano. 
Studiando psicologia ai tempi del liceo ho imparato che sognare la morte dei genitori è una cosa estremamente comune e altro non è che la ricerca di indipendenza da parte del bambino, prossimo all’adolescenza. 

In una calda giornata d’estate, Simon si trova in macchina coi genitori, diretti a casa della zia per il compleanno di quest’ultima. Succede la peggiore delle cose: un incidente si porta via i genitori del giovane sedicenne, lasciando lui e Mike, il fratello maggiore, (già maggiorenne e fuori casa) orfani. 
Simon passa un lungo periodo di tempo in ospedale, non riesce nemmeno ad assistere ai funerali dei genitori e passa poi al reparto di psichiatria infantile, dove stringerà diverse amicizie.
Una cosa va detta: Simon presenta una lieve forma di autismo: tutto per lui dev’essere messo nel posto giusto, non sopporta il disordine ed è maniacalmente abitudinario. 

Ogni notte, dopo l’incidente, Simon sogna proprio quella scena. Vede i genitori con la faccia sfigurata dall’incendio e una voce lo invita ad unirsi a loro in quanto, sempre secondo questa voce, anche lui doveva morire. 

Uscito dall’ospedale, la routine di Simon cambia completamente, stravolgendolo. Va ad abitare dalla zia. Nella dependance della casa, già da prima dell’incidente, ci abita il fratello. Oltre che con una nuova casa, Simon si ritrova a dover fare i conti anche con una nuova realtà nei confronti del fratello, che un tempo tanto adorava. Mike ha una ragazza, nuove prospettive per il futuro e un piano già ben delineato.
Simon ha chiaramente delle difficoltà ad accettare tutto questo: per lui tutto è troppo. 

Ancora di salvezza per Simon è Caro, una ragazzina che incontra la prima volta in un cimitero mentre questa fa prove di morte, distendendosi sulle tombe. 
Caro scombina completamente la vita di Simon, lo aiuta a crescere, ad imparare a conoscere sé stesso. Simon scopre un nuovo Simon, un Simon che sarà fondamentale nel momento in cui prima scompare una ragazza Leonie, e poi la ragazza di Mike viene trovata sul ciglio di una strada, in fin di vita. 

Il giovane, insospettito dall’atteggiamento ambiguo del vicepreside della sua nuova scuola, decide quindi di trovare un modo per smascherarlo. 

Ecco, se ora pensate che vi abbia spoilerato il libro, potete star ben che tranquilli.
Se da un lato a metà libro mi son ritrovata a pensare ad un “Ma non mi dire che finirà così…”, letteralmente negli ultimi due capitoli sono rimasta a bocca aperta. Vi assicuro che mai e poi mai mi sarei aspettata ciò che viene rivelato nelle ultime pagine. 
E’ proprio in queste ultime pagine che mi sono detta “Wulf Dorn è Wulf Dorn”. E’ una garanzia, punto. 

Questo è il secondo libro che leggo dell’autore (nella mia libreria ci sono Follia profonda e Il mio
cuore cattivo che mi attendono), il primo è stato La psichiatra, libro che ho adorato e che di fatto mi ha aperto il mondo del thriller psicologico. La psichiatra è stato pure il primo libro che ho regalato a mio marito. Non gli ho mai chiesto che opinione si fosse fatto di me, ai tempi, vedendo quel libro… Povera me. 

Insomma, con questo libro Dorn vince ancora. Non si dimostra però all’altezza del suo libro d’esordio, ma è comunque una storia che si fa leggere facilmente e tenere col fiato sospeso il lettore. 

Simon si è guadagnato un posticino nel mio cuore… 

Quanto vorrei parlare del finale, porca miseria! Bocca mia, taaaaci!

Elle

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