Hachiko, Il cane che aspettava, Lluìs Prats & Zuzanna Celej

Ho finito ieri di leggere questo bel libro, semplice e commovente. Parla di un cane, il piccolo e bianco Akita, Hachiko, e il suo padrone, un professore di agricoltura, uniti come una cosa sola. Un giorno il professore viene invitato a parlare ad una riunione all’istituto dove egli insegnava. Agitato e in ansia, con il cane affianco, si incammina verso la stazione per prendere il treno, come prevedeva la routine di Hachiko. Mentre il professore sale sul treno, promette al cane che al ritorno andranno a fare una passeggiata nel parco, dove Hachiko rincorre farfalle azzurre con la mente. L’aveva giurato solennemente. Ma il povero professore morì a scuola e non tornò e Hachiko rimase ad aspettarlo alla stazione. E così lo aspettò per dieci lunghi anni con accesa la speranza di vedere il professore scendere dal treno e sentire il bastone tintinnare sul pavimento della stazione di Shibuya. 
Questo libro è molto emozionante e curato, con un significato molto profondo: l’amore che lega il cane al suo padrone. Mi è piaciuto molto perché mi ha trasmesso molte cose, per prima la compassione, la costanza, la pazienza e l’intelligenza del povero cane che riuscì a fuggire dalle persone cattive che lo maltrattavano e l’infinito amore che quest’ultimo provava per il suo padrone e che anche i cittadini e i turisti che passavano per la stazione provavano per Hachiko. Tutti loro si prendevano cura di lui come se fosse loro, gli davano da mangiare, lo ospitavano al caldo durante il freddo inverno e lo proteggevano da tutti come se fosse un prezioso gioiello. La compassione è sempre rimasta al centro del racconto, in quanto, dopo la morte del padrone, tutti i cittadini piano piano si sono affezionati al cane, dal più scorbutico al più affettuoso.

Elle

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