Il ragazzo che entrò dalla finestra e si infilò nel mio letto, Kirsty Moseley

Da un po’ di mesi era lì che mi guardava. Io guardavo lui, lui ricambiava lo sguardo, l’altra pila di libri mi guardava in cagnesco. Poi ho ceduto. 

L’altro giorno ho preso in mano Il ragazzo che entrò dalla finestra e si infilò nel mio letto, altrimenti conosciuto come Il libro col titolo più lungo della storia. Bene. Partiamo da una cosa: il titolo è uno spoiler pazzesco. Tutto ciò che accade nella storia sta lì, semplice e diretto! Ieri sera l’ho concluso e mio marito, incuriosito, mi ha chiesto “Beh, com’era sto libro?” La mia risposta è stata “E’ un libro ai limiti del paranormale”. Mi spiego: nel libro conosciamo i due fratelli Amber e Jake - 16 e 18 anni - e il migliore amico di quest’ultimo, Liam - 18 anni. I due fratelli vivono praticamente da soli: la madre è sempre in viaggio per lavoro, mentre il padre è stato cacciato diversi anni prima perché abusava di chiunque in famiglia. Quindi, ci siamo detti, un 18enne e una 16enne abitano da soli. Oook.
 

Da che Amber ha 8 anni, ogni sera - ogni.singola.sera - Liam entra dalla sua finestra e va a dormire con lei per poi tornare a casa sua la mattina. I genitori di lui solo una volta in 8 anni sono entrati nella sua stanza, trovando il suo letto vuoto. Lui si inventa una scusa alla “ero ad una festa da amici e mi sono addormentato”. Dico io, genitore, caro: in otto anni una sola volta ti capita di aprire la porta della camera di tuo figlio per controllarlo? 

Amber alle feste beve come una matta e poi - cito testualmente - vomita litri e litri di vodka. Figlia mia, se bevi letteralmente litri di vodka, al bagno non ci arrivi perché prima finisci in coma etilico (non vi racconto della testata che mi sono data sul tavolo quando - dopo l’ennesima vomitata di vodka - Amber se ne esce con un “che spreco!”). 
Se non è paranormal questo, non lo so.

L’unico punto a favore del libro è il rapporto di amicizia tra Liam e Jake. Jake è estremamente maturo per la sua età e il suo essere così comprensivo l’ho trovato, a tratti, quasi irritante. 

Insomma, questo libro non s’ha da fa! O meglio, non s’ha da leggere
Ma l’ho letto fino alla fine per vederlo crollare nel solito cliché. 

E’ un misto di banalità, di protagonisti che in ogni singola pagina si dicono “ti amo”, provocando diabete nel lettore e rendendo il tutto veramente, veramente, pesante. 

Per quel che riguarda la scrittura… Ecco, il libro ci racconta di una sedicenne alle prime esperienze amorose e il libro sembra esattamente scritto da un’adolescente. Anche a livello di composizione delle frasi, l’ho trovato molto - forse troppo - elementare. Il modo di esporre i pensieri dei protagonisti era quasi immaturo. Non so se sia stata una scelta stilistica dell’autrice per arrivare ai lettori più giovani ma, sicuramente, da me non è stata particolarmente apprezzata come cosa. 

Insomma, a lettura finita, il libro è tornato nella mia libreria: ora devo capire se voltarne il dorso per dimenticarmene o lasciarlo lì, pronto a ricordarmi di come un libro che tanto mi aveva ispirata, alla fine, mi aveva delusa enormemente.

Elle

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