Lo dico da sempre, i libri devono chiamarti. Se leggi un libro quando non è il suo momento, non ti emoziona. Non lo apprezzi appieno, come dovrebbe meritare. Questo libro ce l’ho sul mio Kindle da almeno un paio di mesi, ma non era ancora arrivato, per lui, il momento giusto. Ho provato a leggerlo, ma non c’è stato verso. Mi sono fermata dopo sole poche righe. Ma l’altra sera, nel cercare qualcosa da leggere, l’occhio mi è caduto proprio sulla sua copertina. Ed ecco che ho colto l’attimo. E che attimo...
«Un giorno mi piacerebbe capire chi sei davvero perché trovo i chiaroscuri molto più interessanti di una luce accecante che appiattisce.»
Fiona si è smarrita lungo la strada della vita. È giovane, ha poco più di vent’anni, eppure ha delle ferite dentro di sé che sono talmente profonde che i tagli non si sono ancora rimarginati, anche se sono passati più di due anni dal momento in cui se le è procurate. Lei è stata soprannominata Sunshine. È, o per meglio dire era, una ragazza sempre sorridente, solare, che riesce a dare alle cose e alle persone che la circondano un’aurea felice, luminosa. Aveva il sole dentro di sé. Ora quel sole splende ancora ma le circostanze della vita lo hanno un po’ offuscato. Quel sole si è nascosto dietro una coltre di nubi molto spessa. Fiona ha bisogno di una svolta nella sua vita. Ha bisogno di lasciarsi alle spalle il passato per guardare più fiduciosa al futuro. Per questo da Torino si sposta a Milano per un colloquio di lavoro e qui incontra un ragazzo, di poco più grande di lei, che ha frequentato la sua stessa scuola superiore e di cui, ai tempi, era innamorata. Questo ragazzo è Edoardo.
Il problema degli “assenti” era che, talvolta, nella loro assenza, attiravano più attenzioni dei “presenti”, così come il silenzio poteva diventare più assordante del rumore.
Edo ha ventotto anni e a quel colloquio ha partecipato solo perché la zia ha insistito. Lui un lavoro ce l’ha e non vuole il posto fisso. A lui sta bene lavorare come consulente free lance e, la sera, fare il cameriere al pub. Ma a Milano, a quel colloquio, è andato e, al ritorno, mentre era in attesa della metro, si è visto diventare protagonista di un salvataggio fortuito. Un salvataggio che lo ha messo sotto i riflettori, luci che lui ha sempre rifuggito. Lui preferisce essere un invisibile. Uno di quelli che passa inosservato, che nessuno nota. E fa di tutto pur di rimanere nell’anonimato. Anche Edoardo dalla vita ha ricevuto parecchie sportellate in faccia. Porte che hanno lasciato segni pesanti non solo nella sua anima. Segni che lo fanno anche rifuggire da qualsiasi relazione sentimentale.
Ma cosa succede quando una ragazza con gli occhi fluorescenti, mezza strega e mezza folletto, ti entra sotto pelle? Quando ti lancia un sortilegio? Quando il sole che ha dentro ti attrae a lei?
«Le corazze non servono contro chi non combatte»
In questo periodo quando un libro mi appassiona, lo divoro. Non importa se spengo la luce alle due di notte, se il giorno dopo sono mezza rimbambita e con le borse che ho sotto gli occhi potrei andare a farci la spesa settimanale. Lo devo finire. La stessa cosa mi è successa con Edo e Fiona. Finché non sono arrivata all’ultima riga, non ho potuto lasciarli andare. In Invisible sun ho scoperto un lato di Elle Eloise che non conoscevo. È riuscita ad affrontare argomenti difficili in maniera impeccabile. Delicatamente. In punta di piedi. Eppure non ha nascosto le cose difficili. Non ci è girata intorno. Le ha affrontate in maniera diretta, senza tanti giri di parole. È passata dalle difficoltà nel rapporto coi genitori, alla difficoltà nel rapporto di coppia. Dalla mancanza di fiducia, al colpevolizzarsi per cose che non dipendono direttamente da noi. Troviamo anche la maternità nelle sue sfaccettature più difficili e la violenza sessuale. E poi si concentra sul ruolo. Il ruolo che gli altri ci danno e che noi portiamo avanti. Fiona è sempre stata etichettata come quella che porta il sole nella vita degli altri. Lei questo ruolo se lo sente cucito addosso. Glielo hanno affibbiato fin dalla nascita e si sente in dovere di portarlo avanti. Anche quando tutto nella sua vita sta andando a rotoli, quando lei non ce la fa a non essere triste, lei si sente in dovere di portare comunque sul viso un sorriso. Anche se non raggiunge gli occhi, lei un sorriso sulle labbra lo porta. E quando Edo le si avvicina di più, prova ad andare oltre la facciata e vede quello che si porta dentro, ecco che quel sole non risulta più forte e splendente ma offuscato da nubi minacciose. E lo stesso succede a Edoardo. Quando Fiona riesce a guardare oltre il muro di indifferenza che si è costruito attorno al cuore tanti anni prima e riesce a fare una piccola crepa, le si apre un mondo fatto di sofferenza, di cicatrici. Cicatrici che è talmente abituato a portare che ne ha fatto un punto di forza. Un punto su cui non cedere. Eppure, nonostante Edo e Fiona siano due anime così sofferte, così segnate, riescono a trovare un incastro perfetto. Un incastro che permette loro di sanare quelle ferite, di superare le difficoltà che li ha tenuti legati a un passato doloroso e che gli permette, finalmente, di spiccare il volo.
«Ti è mai capitato che un singolo bacio ti desse la sensazione di cadere dentro qualcuno? Sono volato giù da una cascata, Fiona, e adesso sono immerso nell’acqua fino al collo.»
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